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LAVORO, 6 SU 10 SOFFRONO DI “POST VACATION SYNDROME”: DAGLI ESPERTI I CONSIGLI PER NON TRASFORMARE IN UN INCUBO IL RIENTRO IN UFFICIO DALLE VACANZE ESTIVE

Affrontare in maniera graduale il ritorno alla routine lavorativa, seguire un equilibrato regime alimentare, concedersi delle piccole pause rigenerative e assumere un atteggiamento propositivo. Ecco alcuni consigli che la master coach Marina Osnaghi ha stilato per combattere la “post vacation syndrome”, il forte stress causato dal brusco rientro in ufficio dalle vacanze: il 57% dei lavoratori britannici ha ammesso di soffrirne.

Tornare in ufficio dopo una lunga e rilassante vacanza rappresenta per milioni di persone la principale causa di stress e ansia. Il benessere di una passeggiata in riva al mare lascia il posto alla miriade di e-mail a cui rispondere e al carico di lavoro lasciato in sospeso prima della partenza, causando forte malessere fisico e psicologico. Un quadro clinico fortemente negativo che prende il nome di “post vacation syndrome” e che secondo un’indagine britannica pubblicata su Mirror colpisce il 57% dei lavoratori: i sintomi più avvertiti al rientro dalle vacanze estive sono depressone, rabbia e spossatezza. E ancora, secondo una ricerca pubblicata dal New York Times, il 45% dei lavoratori ha ammesso di non godersi appieno gli ultimi giorni di vacanza proprio per via dell’ansia di dover tornare alla routine lavorativa. Ma quali sono i consigli degli esperti per non tramutare in un incubo il primo giorno di lavoro dopo un meritato relax? La prevenzione inizia a tavola con un regime alimentare equilibrato che ponga rimedio agi eccessi delle vacanze estive, accompagnato da quotidiana attività fisica. Di fondamentale importanza è anche avere un atteggiamento propositivo nei confronti del lavoro e dei colleghi, e concedersi delle pause rigenerative riflettendo su se stessi. Consigli che possono tornare utili anche ai 6 milioni di italiani che, secondo i dati ISTAT, soffrono di stress da rientro. “La fase di transizione dalla spensieratezza delle vacanze estive al ritorno sul posto di lavoro viene vissuta in maniera legittima con stress e angoscia per via della difficoltà di adattarsi nuovamente alla routine quotidiana. Nessuno vorrebbe rimettersi in maniera brusca a controllare e-mail e fissare appuntamenti con clienti dopo settimane in spiaggia o in montagna – spiega Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, che ha affiancato grandi imprenditori e professionisti nel raggiungimento dei propri obiettivi – Durante le ferie estive assaporiamo la libertà di fare cose per noi stessi e l’incubo di tornare al gorgo dei soliti comportamenti non fa altri che peggiorare il nostro status psicologico. Per questo motivo affrontare in maniera graduale il ritorno alla routine lavorativa, concedersi quotidianamente dei break rigenerativi e assumere un atteggiamento propositivo sono raccomandazioni fondamentali per vivere serenamente il rientro in ufficio”.

Dello stesso avviso è il dott. Peter Wish, rappresentante dell’American Psychological Association: “La post vacation syndrome è una condizione del tutto comune quando il passaggio dalla vacanza al posto di lavoro avviene in maniera troppo brusca, soprattutto per le madri che devono occuparsi nuovamente della casa e badare ai figli. Si crea una spirale di pensieri negativi che porta a dolori fisici e mentali come senso di nausea, insonnia, cefalea e un aumento elevato del cortisolo. Se non si rispettano dei piccoli accorgimenti quotidiano come uno stile di vita sano e delle pause per ricaricare le energie, aumenta il rischio di burnout. Godersi appieno le vacanze è fondamentale per ripristinare la propria salute e migliorare le performance a lungo termine, ma al rientro bisogna avere un mindset totalmente diverso”. Ma quali sono gli effetti deleteri del burnout provocati dallo stress lavorativo? Secondo una ricerca americana pubblicata su NBCNews, il 55% dei lavoratori intervistati ha ammesso di aver sofferto di ansia e depressione a causa del carico di lavoro eccessivo, soprattutto quello accumulato prima delle vacanze. Condizione negativa che si riversa anche sull’impatto economico dal momento che, secondo un’indagine della Harvard Business School, vengono spesi oltre 190 miliardi all’anno in spese mediche per curare il burnout. E ancora, secondo una ricerca di Psychology Today, tra gli effetti negativi di questa condizione figurano elevata irritabilità (45%), sensazione di apatia e solitudine (32%) e mancanza di produttività (23%).

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