
La prima settimana che ha sancito l’ingresso in campo del green pass nei posti di lavoro ha creato non pochi dissapori. Senza contare che ci sono in giro – sono in minoranza, è da sottolinearlo – che manifesta contro il green pass stesso. Fatti che dimostrano che purtroppo non ci siamo.
È allucinante che ci siano persone che protestano contro il green pass a lavoro, nessuno costringe una persona a pensarla diversamente per carità – saremmo sempre in un paese democratico, il monarca non mi pare che ci sia – ma neanche è giusto pretendere che una massa si adegui a pochi.
Per capirci, non è giusto che il 3% della popolazione che occupa lo stivale – facciamo il 10% al massimo – imponga all’altro 90/97% di assefuarsi a loro. Non funziona così, in un mondo normale. Non è giusto che si continui a comportarsi in questo modo, perché è giusto che ci sia il green pass nei posti di lavoro.
È giusto che ci si comporta a seconda a chi si è vaccinato in un modo e chi non si è vaccinato in un altro. Pretendere invece stesso trattamento o che non si mostri il green pass prima che inizi il turno di lavoro, non va bene. Significa che la lezione della pandemia non ci ha insegnato niente, come del resto era da considerare.
Ipotizzare che il covid-19 – che continua a lasciare strascichi – ci avesse insegnato qualcosa, davvero sarebbe stato clamoroso. Quasi una chimera. E invece si sente e si legge che per via del green pass, ci si rifiuta di andare a lavorare. Solo questa settimana, sono moltiplicati i certificati di malattia e non è una battuta.
Disertare dal luogo di lavoro per una fantomatica malattia – alquanto patetica – è assurdo. Sembra una barzelletta, purtroppo è tutto vero. Non era da escludere dal principio che il green pass avesse generato problemi, ma si auspicavano altri. Per esempio, ignorare come funziona o come si scarica.
Mentre il problema è stato tutt’altro: rifiutarsi categoricamente di usarlo. Essendo obbligatorio a lavoro, ci si assenta per malattia. Un atteggiamento irriguardoso verso chi è veramente malato ed è a casa perché non muoversi. È pazzesco che ci ritroviamo a narrare queste idiozie, ma ahinoi l’Italia è anche questa.
Ci si augura che questa situazione scemi al più presto e si torni a usare il cervello a razionalizzare verso la strada giusta, quella che presenta un bivio: a sinistra è senso unico, a destra s’imbocca il sentiero per il green pass. Rifiutarsi di virare sulla destra, implica restare bloccati e impalati al bivio.
Alfonso Infantino
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