Inizia dunque il processo per aggiornare il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec), e da quanto trapela dal ministero dell’ambiente, filtra quel giusto ottimismo per rilanciare progetti ambiziosi per quanto concerne il nostro ecosistema. In che modo? L’idea che è stata proposta nella capitale belga, rispecchia i canoni fissati dalla comunità europea e sono in linea per almeno sette anni, cioè sino al 2030 la situazione non dovrebbe variare all’improvviso. Ovvero che si ribalta tutto e si riparte di nuovo da zero, dunque con altre idee e con altri piani. Secondo quanto emerge dalle ultime indiscrezioni, questo progetto dovrebbe comparire anche nel Def.
Quali sono le cifre su cui si basa il progetto Pniec?
Il Def in questione, è naturalmente il documento di economia e finanza. E cosa contiene il piano? Numeri alla mano, parliamo come target una quota del 40% di rinnovabili nei consumi finali lordi di energia (sale al 65% per i consumi solo elettrici). Il 37% di energie da rinnovabili per riscaldamento e raffrescamento, il 31% nei trasporti, il 42% di rinnovabili per gli usi industriali. Il Pniec sarà vagliato nei prossimi mesi dalla comunità europea, nell’ottica della valutazione ambientale strategica e se sarà ratificato – come auspicano in Italia – come è stato presentato senza muovere una virgola, andrà a integrarsi nel reparto di ricerca e innovazione.