A tu per tu con Glenda Pizzetti, educatrice e coordinatrice del Programma “Mamma e Bambino” nel Villaggio SOS di Saronno

Dopo la testimonianza di Fernanda, abbiamo fatto un approfondimento sulle iniziative di supporto e accoglienza dei Villaggi SOS Bambini. A tal proposito, abbiamo incontrato Glenda Pizzetti, educatrice e coordinatrice del Programma “Mamma e Bambino” nel Villaggio SOS di Saronno.

Buongiorno Glenda, vuoi presentarti alle nostre lettrici e ai nostri lettori?

Buongiorno a voi, sono Glenda Pizzetti, educatrice e coordinatrice del Programma “Mamma e Bambino” nel Villaggio SOS di Saronno.

Veniamo alle nostre curiosità. Cos’è un Villaggio SOS e cosa significa struttura protetta?

Un Villaggio SOS è un programma per la cura e la protezione dei bambini e dei loro familiari che comprende una serie di servizi che offrono sostegno psico-educativo attraverso l’offerta di vari interventi. Tra questi, l’accoglienza di minorenni e di nuclei mamma-bambino all’interno di comunità educative, di centri educativi diurni e spazi di consulenza.

Quando parliamo di struttura protetta intendiamo un luogo sicuro, di tutela e di accoglienza, in cui vi è la presenza di personale educativo. Talvolta, il termine protezione si declina nell’accezione di “segretezza”, in tutti quei casi di violenza in cui il luogo di accoglienza dei minorenni o delle donne deve essere mantenuto segreto e sconosciuto per motivi di elevata sicurezza.

Quanti Villaggi SOS ci sono in Italia?

Ci sono 5 Villaggi SOS, rispettivamente a Trento, Ostuni, Vicenza, Saronno e Mantova. Oltre ai Villaggi SOS, la Rete SOS Villaggi dei Bambini include 3 Programmi a Torino, Crotone e Milano.

Quali sono le modalità di accesso al Villaggio SOS? Vi possono accedere tutti?

Le modalità di accesso al Villaggio SOS di Saronno variano in base alla tipologia di servizio verso cui si è indirizzati. All’interno dei servizi educativi come le comunità residenziali o i centri diurni si accede in presenza di una situazione familiare particolarmente difficile (fragilità dei genitori, maltrattamenti, abusi, ecc.). In questi casi, il Tribunale dei Minori dispone un decreto di temporaneo allontanamento del minorenne o del nucleo mamma-bambino dalla famiglia di origine oppure ritiene necessario un supporto educativo di tipo diurno. Per altre tipologie di servizi, come i Centri per la famiglia o Casa SOStegno, vi è la possibilità di accedere privatamente facendo richiesta personalmente.

In cosa consiste il Programma Mamma e Bambino?

Il Programma Mamma e Bambino all’interno del Villaggio SOS di Saronno offre due comunità residenziali mamma-bambino, “Casa Arcobaleno” e “Casa Lilla”, che accolgono donne con i rispettivi figli all’interno di case in cui è prevista la presenza h24 di personale educativo. Le mamme seguono un percorso che include vari aspetti. Il primo riguarda il rafforzamento delle proprie competenze genitoriali e della relazione con il proprio bambino. La storia e le fragilità che la mamma porta con sé influenzano il modo in cui essa si prende cura del proprio figlio: gli educatori sono quindi di supporto alle mamme nel “leggere” e rispondere ai bisogni dei bambini.

In secondo luogo, le donne si impegnano nel raggiungimento di un’indipendenza economica e/o abitativa attraverso corsi di formazione ed esperienze lavorative.

Infine, se necessario, le mamme vengono sostenute dal punto di vista psicologico per rielaborare la propria storia, talvolta traumatica per esperienze legate all’infanzia e/o all’età adulta.

Le comunità mamma-bambino sono un luogo di passaggio, un periodo della vita, un tempo di complicata ripartenza.

Un minorenne vittima di violenza assistita riuscirà, anche grazie al programma, a superare il trauma?

Questo è uno degli obiettivi dell’accoglienza dei minorenni e delle donne. Obiettivo che spesso continua a essere perseguito dai diretti interessati una volta terminato il percorso all’interno del Villaggio SOS. Infatti, superare il trauma causato dalla violenza richiede un tempo lungo e importante e, soprattutto, necessita di un indispensabile sostegno psicologico per poter elaborare il vissuto traumatico e fare i conti con il tema della violenza: riconoscerla, non agirla e non subirla, apprendendo la capacità di chiedere aiuto.

Ci può fornire qualche dato (quante donne e quanti bambini le strutture accolgono ogni anno, ad esempio)?

Per quanto riguarda il Villaggio SOS di Saronno, i servizi residenziali accolgono circa 30 persone ogni anno, tra donne e minorenni. L’accoglienza non ha una data di fine prestabilita, ma l’intento perseguito è che il percorso comunitario sia il più breve possibile per garantire ai bambini e ai nuclei di tornare nel proprio contesto familiare e, se ciò non è possibile, di vivere un’esperienza di affido.

Vuole lasciare un messaggio alle nostre lettrici?

Ringraziando per la lettura fatta fino ad ora, concludo riflettendo in merito al tema della violenza. Il Programma “Mamma e Bambino” offre sostegno a chi la violenza l’ha vissuta. Le urla, gli schiaffi e i pugni, i giudizi e le minacce, o all’opposto, non essere guardati, isolati, sono momenti difficili da dimenticare. “Certe cose non si dimenticano”, mi disse una mamma accolta. Sono ferite che lasciano cicatrici per tutta la vita, e come tutte le ferite, meritano di essere curate. Per questo, penso sia importante sostenere la campagna di SOS Villaggi dei Bambini “La violenza non è un gioco” donando 2 euro con SMS o 5 euro con chiamata fissa, al 45590. Il ricavato sarà destinato proprio al Programma “Mamma e Bambino”.

 

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