“Eva la Minestra del Paradiso” va in scena al Teatro di Documenti a Roma
Un'opera originale tra antichità e contemporaneità

Uno spettacolo erudito – probabilmente non per tutti – quello che è andato in scena al Teatro di Documenti a Roma il 18 novembre scorso: Eva e la Minestra del Paradiso.
La pièce, scritta, diretta e interpretata da Antonella Pagano, è la riduzione teatrale dell’omonimo romanzo. La parola colta, poetica e recitata si accompagna alle musiche inedite, suonate al pianoforte dalla M° Daniela Brandi, con la novità assoluta dei “Paesaggi sonori”, ideati e suonati dalla musicista argentina M° Jaquelina Barra, in scena anche nel ruolo di sacerdotessa.
Le voci liriche della soprano Flavja Matmuja e del baritono Valdrin Gashi si intrecciano con la narrazione: la Eva della tessitura letteraria è il mistero del Principio femminile che nutre il testo e si confronta col divino Capocomico, Vincenzo Bocciarelli – che è la “divinità normante”, ci spiega la Pagano – e con la Sacerdotessa. Antonella Pagano interpreta la poetessa – se stessa – e il suo doppio, Olimpia Noà, la nobildonna-attrice che, a sua volta, ha il doppio in Paolina. Sul palco anche Giovanni Sorrentino nei panni di Casanova.
In un crescendo di citazioni e richiami letterari, il Casanova, Pier delle Vigne e le magnifiche tavole imbandite di Federico II di Svevia, Caterina de’ Medici e Messer Ruggeri dei primi gelati, Cavalcanti e Manzoni, Dante e il Pellegrino Artusi, Dioniso, si rivelano le ricette del Paradiso. Così come Dante ha incontrato personaggi celebri che hanno preceduto il suo tempo nelle tre cantiche, anche in questa pièce alcuni personaggi non vengono solo citati, ma incontrati, in una fusione tra divino e terreno, reale e surreale. Il trait d’union qui è il cibo che si fa protagonista della storia, Cibo vero, Cibo metaforico e Cibo simbolico.
Cos’è che rende speciali queste ricette del Paradiso? L’humanitas, l’eros e il pathos che le caratterizzano. La musica, la natura, i suoni realizzati con le foglie, le luci, le danze, la fusione tra spazio scenico e spazio degli spettatori, perché non c’è palco, non c’è separazione, proprio come vuole il teatro moderno. L’unicità e l’intimità del Teatro di Documenti rende ancora più particolare la messinscena.
Eva, che è conoscenza e peccato al tempo stesso, ci guida magistralmente in questo percorso poetico, letterario e culinario, sempre raffinato e gustoso.

Una menzione di merito all’attore Vincenzo Bocciarelli per l’interpretazione e la presenza scenica.
Un grande supporto per lo spettacolo è stato fornito dal prof. avvocato Antonino Battiati, penalista cassazionista e componente della commissione diritti umani, che ha sempre sostenuto i giovani e la loro arte; e l’avvocato Patrizia Valeri, personalità giuridica di chiara fama e spiccata umanità, che con impegno professionale e creativo sono stati importanti per la realizzazione e la produzione dell’evento.
L’opera è parte integrante di una triade, tre opere da portare in scena, che hanno l’obiettivo di restaurare il teatro pedagogico, formativo, filosofico, così come nacque nell’Antica Grecia.