Il 20 giugno ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato, una giornata che ci ricorda quanto sia importante tutelare chi cerca di fuggire dal suo paese a causa di guerre, persecuzioni o altre forme di violenza, specialmente se minorenne, combattendo non solo per sopravvivere in mare, ma anche per essere riconosciuto e adeguatamente accolto secondo il diritto di asilo nel Paese di arrivo.
Al 31 dicembre 2024, sono 18.625 i Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) giunti nel nostro Paese, circa 4.600 in meno rispetto alla fine del 2023. Nonostante questo, il numero medio di MSNA accolti nel 2024 resta sopra i 20.000. Secondo i dati più recenti, oltre 800 mila minorenni stranieri sono iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie italiane, rappresentando il 10,6% della popolazione studentesca totale[1].
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che oltre un miliardo di persone necessita di cure per la salute mentale, di cui 80% vivono in paesi a basso e medio reddito con un accesso alle cure fortemente limitato.
In risposta a questa emergenza e al crescente fenomeno migratorio, SOS Villaggi dei Bambini ha presentato la nuova Strategia di Mental Health and Psychosocial Support (MHPSS) per il triennio 2025 – 2027, un piano d’azione ambizioso e innovativo volto a migliorare l’accesso ai servizi di salute mentale e supporto psicosociale per bambini, adolescenti e famiglie in contesti vulnerabili di tutto il mondo. Per implementare efficacemente questa strategia è stato istituito l’Hub sulla salute mentale e supporto psicosociale (MHPSS), basato presso SOS Villaggi dei Bambini Italia, che ha collaborato con diversi paesi della Federazione Internazionale di SOS Children’s Villages dal 2020, sviluppando conseguentemente un’expertise sul tema. La strategia sarà attuata in numerosi paesi nel mondo, tra cui Marocco, Kenya, Tanzania, Mozambico, Haiti, Senegal, Uganda, Zimbabwe e Bangladesh e in collaborazione con partner e agenzie internazionali. L’approccio proposto si basa su interventi a bassa intensità, scientificamente fondati, culturalmente adattabili e realizzabili anche da personale non specializzato. Il modello di cura si articola su tre livelli: rilevamento precoce dei problemi, interventi di prevenzione e, solo dove necessario, trattamento.
L’Hub lavorerà su sei aree operative principali: supporto tecnico ai programmi, produzione e diffusione della conoscenza, sviluppo di partenariati, raccolta fondi, advocacy e rafforzamento delle competenze. L’Hub sarà anche centro di competenza per lo sviluppo, la supervisione e il miglioramento delle pratiche MHPSS, della Federazione SOS Children’s Villages, supportando i team locali con formazione continua, risorse tecniche e un network di specialisti pronti a offrire assistenza su richiesta.
“Ogni bambino, bambina, ragazzo e ragazza, o adulto/a rifugiato/a merita di raggiungere un senso di casa, che non si realizza solo nel fare esperienza di un luogo fisico, ma anche vivendo sulla propria pelle un senso di appartenenza e di sicurezza. Per questo, insieme ad altri interventi e approcci evidence-based e adattabili al contesto, fondati sulla ricerca, l’Hub MHPSS è importante. Verifica l’effettivo impatto di diverse metodologie psicosociali sulla salute mentale di bambini e ragazzi, adulti, nuclei familiari e caregiver, ma è anche importante per le comunità, per sapere affrontare le difficoltà e costruire un futuro più luminoso. Ogni bambino e bambina merita di sentirsi a casa, in sicurezza, e di avere la possibilità di crescere e realizzarsi in un ambiente accogliente e rispettoso”, ha dichiarato Sara Sommaruga, Referente Supporto Psicosociale SOS Villaggi dei Bambini.
IL PROGETTO IN MAROCCO PER MSNA, MIGRANTI IRREGOLARI E VITTIME DI TRATTA
In linea con la nuova strategia, a maggio di quest’anno è partito il progetto “Migliorare la salute mentale e il supporto psicosociale dei migranti in Marocco” che ha l’obiettivo di migliorare il benessere mentale e psicosociale dei migranti con particolare attenzione alle categorie più vulnerabili come MSNA, migranti irregolari e vittime di tratta. Il Marocco è, infatti, un paese di destinazione, transito e partenza per molti migranti che, sembrano più vulnerabili ai disturbi mentali comuni come ansia, depressione, stress post-traumatico e altre forme di disagio psicologico invalidante. Ciò è legato alle esperienze vissute prima del processo migratorio, durante lo spostamento o all’arrivo nel paese di accoglienza.
In un contesto segnato da scarsità di operatori specializzati, solo 1,6 ogni 100.000 abitanti[2], e da un forte stigma sui disturbi mentali, il programma – finanziato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM)- mira a formare personale non specializzato, inclusi membri di ONG, operatori sociali, insegnanti e migranti stessi, per ampliare l’accesso ai servizi di supporto mentale e per poter fornire interventi psicosociali a bassa intensità, fondati su evidenze scientifiche e destinati ad affrontare i disturbi mentali più comuni, come ansia, depressione e stress post-traumatico. Dal 19 maggio al 6 giugno si sono svolte a Casablanca due sessioni di formazioni chiave:
TeamUp – sessione rivolta ai bambini tra i 6 e i 17 anni che comprende una varietà di giochi di gruppo basati sul movimento, attività sportive e momenti creativi che mirano a rafforzare la resilienza emotiva dei bambini, creando consapevolezza del corpo, un senso di sicurezza, autocontrollo e una visione positiva della vita; Self Help Plus (SH+) – corso di gruppo per la gestione dello stress per gli adulti con l’obiettivo di ridurre il disagio psicologico e prevenire l’insorgenza di disturbi mentali.. Le attività dirette a bambini, giovani e adulti si svolgeranno tra giugno e agosto 2025 in diverse regioni marocchine.
“Grazie a TeamUp si impara a condividere. È stato un po’ difficile all’inizio, perché non siamo abituati a giocare come adulti, ma attraverso la formazione abbiamo fatto diretta esperienza dei benefici del progetto. Come psicologa, ho osservato e sperimentato come questa metodologia permette a bambini e giovani di esprimere le proprie emozioni, di apprendere tecniche di autoregolazione, e di rafforzare i rapporti con i propri pari e con gli adulti di riferimento. Ho apprezzato, in particolare, la flessibilità e l’adattabilità di TeamUp, oltre alla grande attitudine positiva verso la vita che questo intervento consente di sviluppare. Grazie mille!” – ha affermato la Dott.ssa Hanane Lofti, psicologa che ha partecipato alla formazione TeamUp in vista delle sessioni con i beneficiari diretti, bambini e le bambine, in programma a fine giugno.
Con oltre 310 migranti che beneficeranno direttamente del progetto e un impatto positivo atteso anche sulle loro famiglie e comunità, questa iniziativa rappresenta un passo decisivo verso un sistema più inclusivo, sostenibile e umano nella gestione della salute mentale dei migranti in Marocco.
“Attraverso l’intervento psicosociale di gruppo TeamUp, parte del sistema di cura dell’Hub sulla salute mentale e supporto psicosociale (MHPSS) di SOS Villaggi dei Bambini, garantiamo il rispetto del diritto alla libera espressione di se stessi/e e al gioco. Attraverso la creatività e il divertimento, i bambini e le bambine possono imparare a comunicare in modo efficace, a definire e rispettare i propri limiti e quelli di altri/e, a farsi valere, stando insieme e sviluppando un senso di comunità”- ha dichiarato Sara Sommaruga, Referente Supporto Psicosociale SOS Villaggi dei Bambini – “Grazie all’intervento Self Help Plus, allo stesso modo, è possibile supportare gli/le adulti in condizioni di forte stress, attraverso sessioni di gruppo in cui le persone imparano tecniche cognitivo-comportamentali per auto e co-regolare il proprio stato di ansia, gestire le difficoltà quotidiane, e ridurre il rischio di malattie mentali”.