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Donne e femminicidio, si spiega così: l’uomo soffre la donna

Tutto si collega a ciò, è un "disagio" anche nel calcio

Donne e femminicidio, quale è il problema? L’uomo per orgoglio, per superficialità o per pregiudizio, non accetta che la donna emerga. Rifiuta che lei abbia un ruolo nel sociale, nella sua carriera o che si faccia strada da sé. Non si spiega perché ogni giorno ne muore una, oggi – giornata dell’Immacolata Concezione – un’altra notizia sempre più ridondante: nello spezzino è morta una donna. Marito sparito e poi beccato, si teme che si tratti di un’altra storia di femminicidio. Perché il marito era fuggito altrimenti? Perché all’improvviso era irreperibile? La storia di Giulia Cecchettin non ha insegnato nulla. Forse quello che il padre di Giulia – Gino Cecchettin – ha detto nel suo struggente discorso di addio al funerale della figlia, avrebbe dovuto invitarci a riflettere. Un uomo che aveva perso la moglie e ora la figlia. E invece, sono state parole regalate al vento che soffiava in quel momento.

Donne e femminicidio, anche nel calcio si soffre la donna. “Non lo merita”

Questa situazione si evidenzia anche nello sport. Joey Barton – un ex calciatore inglese – oggi commenta il calcio in televisione, ci ha “donato” una sua perla: “Oggi troppe donne parlano di calcio, non è sessismo, ma deve parlare chi ne capisce e ora sembra questa meritocrazia sfugga di mano. Bisogna evitare che degeneri”. Incredibile, ma vero! Un personaggio che quando giocava: ha spento una sigaretta all’orecchio sinistro di un compagno di squadra, ha aggredito un altro compagno di squadra, è stato arrestato più volte nel privato per violenza. Giusto per presentare pressoché il suo “glorioso” palmares e da chi arriva la follia sulle donne nel calcio. Del resto cosa aspettarsi da chi è folle da sempre? Il problema non è lui, ma di chi dà credito ancora a una persona del genere in generale, quando dovrebbe solo sparire. Il mondo è un posto migliore, senza Joey Barton.

 

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