
“Stremate dalla luna” – andato in scena dal 20 al 30 dicembre 2023 presso il Teatro Golden di Roma – rappresenta il secondo episodio della prima serie teatrale al mondo, intitolata “Stremate”, che lo stesso teatro propone in un mini-abbonamento nell’ambito della stagione 2023/2024. Commedia brillante interpretata da sole donne, il testo tratta argomenti, problemi e punti di vista propri dell’universo femminile, presentati con ironia e leggerezza, senza mai essere banale o inconsistente.
Mirella, interpretata da Giulia Ricciardi – che è anche autrice dell’opera – si sta preparando per ricevere in casa il suo nuovo amante, ma si vede costretta a modificare il programma della serata, in quanto la sua elegante abitazione romana ai Parioli viene letteralmente “invasa” da ospiti attese ed impreviste. Ognuna di esse risulta visibilmente “stremata”, sfinita da situazioni contingenti o da relazioni inadeguate. Le prime ad arrivare sono Elvira e Marisa, le amiche storiche di Mirella, a cui si aggiungono altre due presenze femminili, che si presentano come “sorprese”: Luna, la sorella di Elvira, dalla irrequieta vita sentimentale, e Silvana, amica in fuga dalla Sardegna, dove era andata a prendere i voti per diventare suora. Le protagoniste restano in qualche modo bloccate a casa di Mirella in conseguenza di un terribile nubifragio che rende difficoltosa e stressante la circolazione. La casa diventa così il luogo unico dell’azione teatrale, sul cui sfondo si illuminano le immagini della pioggia, dei fulmini e di un’incantevole luna, che richiama il titolo della commedia. La luna, simbolo di maternità e fecondità è appunto il nome della sorella di Elvira, o meglio il soprannome che lei stessa ha scelto di darsi. Ma soprattutto all’immagine del satellite terrestre è legata la simbologia femminile, in particolare della sua parte più naturale ed istintiva.
Nello sviluppo dei dialoghi ognuna di queste donne si viene definendo con un proprio peculiare vissuto, personali preoccupazioni, incertezze e frustrazioni; ciascuna di loro rivela un passato ed un presente diverso da quello dell’altra, ma comunque complesso, e per molti versi insoddisfacente. Mirella ha problemi con il compagno che non a caso tradisce, anche se all’inizio cerca di nasconderlo alle amiche, Marisa è logorata dal rapporto con i due figli, Silvana annega nell’alcool la bruciante delusione sentimentale per l’uomo per il quale ha rinunciato alla sua vocazione religiosa ed Elvira sfoga sulla sorella la sofferenza ed il senso di solitudine per non essere riuscita a realizzare il suo desiderio di formare una famiglia.
Fa forse eccezione a questo stato di malessere esistenziale soltanto Luna, la sorella di Elvira, che piomba a casa di Mirella con una sorpresa: sta per dare alla luce il suo sesto figlio! La donna, che era fuggita di casa a 20 anni per andarsene in India e che, dopo varie vicissitudini, era tornata a vivere a Napoli, sua terra di origine, si presenta in scena vestita da “figlia dei fiori”. É il prototipo della donna che ha messo la libertà alla base delle sue scelte; quella che ha affrontato la vita con più leggerezza, scegliendo di vivere i rapporti e l’amore con passione e spontaneità. Non a caso ha già 5 figli con uomini diversi ed accoglie con gioia e semplicità ogni nuova condizione di maternità che la vita le riserva, accettandola come un dono del destino, di cui sembra quasi non avere una piena consapevolezza. Ella esprime una impulsività gioiosa che fa da contrappeso alla pesante frustrazione della sorella Elvira, sempre nervosa, critica, irascibile, vittima del suo dolore per non aver potuto avere figli. Proprio questo diventa quindi il tema principale della commedia: la maternità, il delicato equilibrio del rapporto con i figli ed il bisogno istintivo di dare amore “materno” anche figli che non sono i propri. Alla fine infatti Elvira crederà di poter superare lo sconforto di una genitorialità negata “adottando” affettivamente l’ultimo nato della sorella, assegnandosi arbitrariamente un ruolo di zia/madre, patologico ed invadente.
L’argomento, seppur affrontato con ironia e sottile realismo, è serio e delicato e come tale viene approfondito ed offerto al pubblico come spunto di riflessione. Il clou della pièce è infatti la scena in cui Luna partorisce in casa di Mirella, assistita dalle altre quattro donne, momento che vede le “stremate” per la prima volta in uno stato di coesione totale, unite da un legame di solidarietà che va ben oltre il rapporto di amicizia, in uno slancio di umanità d’impronta squisitamente “femminile”.
L’intera rappresentazione è un susseguirsi di gag esilaranti, di battute sagaci ed idee sorprendenti inserite in un contesto di conversazioni spigliate, in cui le donne si confrontano, si prendono in giro, si confidano, si raccontano, in un clima di sincera complicità; il tutto inserito nel “classico” sottofondo di delusione verso il mondo maschile. Il risultato è uno spettacolo di grande divertimento, che trascina gli spettatori in risate irresistibili, ma anche esempio di linguaggio schietto e diretto, che favorisce il riconoscimento di alcune fragilità ed emozioni molto “umanamente femminili”.
La regia di Patrizio Cigliano e Claudia Genolini riesce a dare il giusto ritmo a questo brioso testo teatrale ed ampia possibilità di espressione a 5 attrici che meritano di essere citate singolarmente per il loro talento ed intensità espressiva, ma soprattutto per la loro naturale attitudine alla comicità: a Beatrice Fazi, Milena Miconi, Giulia Ricciardi, Loredana Piedimonte e Barbara Begala il meritato apprezzamento e l’applauso del pubblico!
I singoli episodi della serie “Stremate” non sono da seguire necessariamente come puntate successive di un testo unitario, poiché ogni spettacolo racconta nuove e distinte avventure delle tre protagoniste, cui possono aggiungersi di volta in volta ospiti occasionali, ed è pertanto compiuto e godibile anche da solo. Certamente però il divertimento garantito, insieme al format innovativo della serie teatrale fa sì che una volta assistito ad un episodio diventi irresistibile la tentazione di non volersi perdere le altre avventure di queste straordinarie, strematissime interpreti!
di Paola Ciamarra