“Scuole felici” di Giovanna Giacomini: una vision pedagogica incentrata sulla felicità e la libertà
"L’educazione è lo strumento per essere felici. Abbiamo bisogno di rimettere al centro il valore della felicità, non in senso assoluto, ma in modo concreto"

Come possiamo crescere bambini felici? Sicuramente dobbiamo partire dall’educazione nella primissima infanzia. Ce ne parla Giovanna Giacomini nel libro Scuole Felici (Ed. Erickson collana Live).
«Tutto ha inizio da una domanda “che cosa desidero veramente per il mio bambino?”, non so voi ma io rispondo: La Felicità», afferma Giovanna Giacomini. «L’educazione – continua – è lo strumento per essere felici. Abbiamo bisogno di rimettere al centro il valore della felicità, non in senso assoluto, ma in modo concreto. Per questa ragione serve un cambiamento sociale che parta dalla prima infanzia. Un approccio che coinvolga la famiglia e che getti le basi per costruire persone resilienti, soddisfatte, motivate».
La storia di Giovanna. Giovanna è un’imprenditrice e una mamma che ha realizzato il sogno di creare qualcosa di speciale per i bambini. Dal suo amore verso il modello Danese dell’educazione 0-6 anni, l’incontro con la cultura Hygge (termine danese intraducibile, che indica un senso di calore e familiarità, ovvero una condizione di benessere psicologico caratterizzata da una serena disposizione d’animo verso la vita)., la passione per il buddismo e le culture orientali nasce Scuole Felici, una vision pedagogica incentrata sulla felicità e la libertà. Nata nel 1978 in un piccolo paese della provincia di Treviso, Giovanna Giacomini si laurea in Scienze dell’Educazione, indirizzo esperto dei processi formativi con una tesi sul marketing nella moda ed entra in un’azienda come responsabile delle risorse umane ma, pochi mesi dopo comprende che questa non è la sua strada. Durante quel periodo accetta un lavoro come insegnante in una scuola dell’infanzia. L’esperienza la appassiona a tal punto da decidere di specializzarsi e conseguire un Master in Pedagogia. Nel 2008 apre, con la collega Dalila Da Lio, il primo Studio professionale di consulenza pedagogia alla persona e alla famiglia. Durante gli anni in libera professione si occupa di percorsi di sostegno a moltissime persone, giovani, adulti e bambini.
«Nel corso di questo lungo viaggio di formazione è arrivato a un certo punto Ascanio, mio figlio, racconta Giovanna, “mi sono ritrovata a fargli da mamma e da papà, a pormi tutte le domande classiche che si fa un genitore intorno al binomio è giusto/non è giusto. In fondo la domanda classica di ogni genitore è: qual è il meglio per mio figlio? Ascanio è nato il 30 settembre del 2013 e subito dopo la sua nascita ho iniziato a considerare tutti i modelli pedagogici che avevo studiato, alla ricerca del ‘migliore’. La mia conclusione, però, è che non esiste il metodo ‘migliore’. Esiste il metodo più adatto», commenta Giovanna.
La sua formazione specifica. Da qui Giovanna decide di specializzarsi ulteriormente con un Master negli Apprendimenti a Milano e inizia a occuparsi in particolare di formazione nel settore dell’educazione per genitori, educatori e insegnanti, collaborando con molte scuole del territorio. L’ultima specializzazione la consegue nel 2020 in life e business coaching acquisendo così ulteriori strumenti che le permettono di dedicarsi alla formazione in particolare delle professioniste dell’educazione. L’anno successivo Giovanna dà vita alla sua vision pedagogica che battezza “Scuole Felici”. Nel 2021, il nome, viene registrato a livello nazionale e a marzo 2022 viene certificato secondo gli standard di qualità della normativa ISO 9001 e UNI 11034 «Servizi all’infanzia. Requisiti del servizio». Ad oggi 10 scuole dell’infanzia in Italia hanno scelto di seguire la filosofia “Scuole Felici”.
Il modello danese. Il libro approfondisce gli aspetti sociali, culturali ed educativi del modello danese e dei paesi del Nord Europa per capire come portare anche in Italia un approccio sincero, empatico e libero nell’educazione. Perché secondo Giovanna è solo partendo dall’educazione che si possono gettare solide fondamenta per costruire una società migliore, più resiliente, più motivata, più creativa. In una parola. Più felice. «Dalla consapevolezza alla realizzazione il passo, seppur breve, è stato ed è tuttora faticoso. Immaginare un mondo educativo nuovo in Italia, che, come sappiamo, culturalmente è molto diversa dalla Danimarca, è quasi… un atto di ribellione. Significa mettere in discussione tutto ciò che abbiamo imparato fino a questo momento», aggiunge Giovanna.
La visione olistica del modello danese. Le finalità di Scuole Felici si concretizzano nella realizzazione di un contesto educativo prevalentemente a contatto con la natura, strutturato come sistema complesso di mediazioni (fra il bambino e la realtà che lo circonda), in grado di sostenere e orientare, in termini qualitative e attraverso una progettualità coerente e intenzionale, lo sviluppo globale del bambino, valorizzando le sue potenzialità di crescita, in una visione olistica delle diverse sfere della conoscenza e dell’apprendimento seguendo i pilastri alla base del metodo danese.
Un libro non solo per addetti ai lavori ma anche per tutti i genitori che vogliono approfondire l’argomento. «L’azione educativa propria dei servizi per la fascia 0-6 anni assume il valore e il significato di un intervento integrato e di supporto ai genitori e a tutta la famiglia, affermando quindi anche la propria valenza di risposta organica e istituzionale ai bisogni sociali dell’utenza. I percorsi educativi proposti si sviluppano in funzione della crescita qualitativa delle opportunità formative offerte ai bambini e tendono a realizzare un clima positivo basato sulla forte collaborazione tra servizio e famiglie, visti entrambi come depositari di un patrimonio di conoscenze e di competenze indispensabili per lo sviluppo e la crescita armonica del bambino – dice Giovanna Giacomini, che continua – l’educazione è lo strumento per essere felici. Abbiamo bisogno di rimettere al centro il valore della felicità, non in senso assoluto, ma in modo concreto. Per questa ragione serve un cambiamento sociale che parta dalla prima infanzia. Un approccio che coinvolga la famiglia e che getti le basi per costruire persone resilienti, soddisfatte, motivate. In una parola, felici. Oggi viviamo in un tempo mutevole, veloce, caratterizzato da cambiamenti che ci mettono a dura prova. Abbiamo vissuto anni difficili, che hanno messo in luce tutta l’incertezza della nostra società. In questa situazione non conta essere i migliori, ma i più adatti. Dobbiamo rivedere la nostra scala di valori e mettere da parte la ricerca di competenze a favore della promozione del benessere inteso come capacità di saper tirar fuori da sé il meglio in qualsiasi circostanza. L’educazione è proprio questo: «ex-ducere», «condurre fuori». Stimolare in ciascuno la formazione della versione migliore di sé».
Non si può parlare di felicità senza parlare di libertà e non si può parlare di libertà senza parlare di infanzia. Allora rivalutiamo i linguaggi dell’arte, della musica, del teatro per una pedagogia della vita.