Inaugurazione della mostra fotografica “Cento per cento inferno”
Il14 febbraio verrà inaugurato il progetto a cura di Ermanno Tedeschi con le fotografie di Ziv Koren e la raccolta di video della Galleria del Kibbutz Be’eri

Inaugurerà mercoledì 14 febbraio 2024 alle ore 18 presso la sede dell’Associazione Camis De Fonseca di Torino (Via Pietro Micca, 15) il progetto cura di Ermanno Tedeschi Cento per cento inferno con le fotografie di Ziv Koren e la raccolta di video della Galleria del Kibbutz Be’eri.
L’iniziativa, che è già stata presentata a Milano presso la Fondazione delle Stelline nelle scorse settimane e a Palazzo Doria a Loano (SV), propone una riflessione sull’arte israeliana a seguito dei drammatici fatti del 7 ottobre, con opere video e fotografie ed è stata realizzata in collaborazione con l’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Israele a Roma e con l’Associazione Camis De Fonseca, con il patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte e del Comitato regionale per i Diritti Umani e Civili e con il supporto dell’Associazione Italia-Israele di Torino e di Banca Patrimoni Sella & c.
L’esposizione di Ziv Koren è l’ultimo progetto dell’artista e ritrae i drammatici fatti di quel fatidico sabato mattina, quando i terroristi di Hamas hanno invaso il Sud di Israele. Durante quel terribile giorno, bambini innocenti, famiglie e persone anziane sono stati uccisi e massacrati a sangue freddo. Quel giorno Israele è precipitato nell’inferno, più di 230 cittadini sono stati rapiti e condotti nei tunnel bui di Hamas, tenuti in ostaggio da un’organizzazione terroristica omicida. Le 30 fotografie in mostra, scattate da Ziv Koren quando è giunto nei luoghi del massacro e nei giorni successivi, documentano le atrocità e il loro impatto sulla società israeliana e nella vita quotidiana.
Insieme alla mostra fotografica, dopo il successo al MAXXI di Roma e alla Fondazione delle Stelline di Milano, sarà presentato il video Novantacinque per cento paradiso, cinque per cento inferno, che racconta la vita al confine, attraverso la lente di 4 opere video di Orit Ishay, Shimon Pinto, Tamar Nissim e Tzion Abraham Hazan. Questi lavori sono stati girati nel Kibbutz Be’eri, tra i luoghi più colpiti dal massacro, e presentati negli anni nella programmazione dell’omonima galleria d’arte contemporanea, di cui oggi non resta che cenere.
In questo momento doloroso, l’arte può continuare a sollevare questioni, far riflettere, dialogare, respirare. “È una ferita che ha segnato tutti gli israeliani, dentro e fuori lo stato, che ha generato depressione profonda alla quale stiamo cercando di reagire”, ha spiegato Maya Katzir, attaché culturale dell’Ambasciata d’Israele a Roma e curatrice dello screening. “Anche con l’arte, noi vogliamo diffondere un po’ di speranza. Vogliamo parlare contro chi voleva farci tacere. La cultura israeliana non si ferma”.