Rapporto disabilità e povertà
Ricerca italiana effettuata da CBM Italia e Fondazione Zancan sul legame tra disabilità e povertà su un campione di 272 persone di età media di 33 anni

All’Archivio Storico della Presidenza della Repubblica CBM Italia e Fondazione Zancan hanno presentato, Mercoledì 31 Gennaio alle 16:00, la ricerca sociale sul legame tra povertà e disabilità nelle famiglie italiane. Le parole dell’On. Maria Teresa BELALUCCI, citando l’Europa che afferma che l’Italia abbia leggi esemplari sul disagio sociale che non vengono realmente attuate, porta ad immaginare un cambiamento radicale. Occorre riflettere purtroppo sulla ridondanza di leggi ad personam; un serio problema nella tenuta del nostro Paese che in tutti i campi ormai legifera ad hoc senza applicazioni erga omnes.

Famiglie in situazione di povertà
Il rapporto di CBM Italia e Fondazione Zancan presenta una ricerca italiana sul rapporto disabilità e povertà rivolto ad un campione di un’età media di 33 anni verso 272 persone. Un’indagine relativa alle connessioni tra condizione di disabilità e impoverimento economico e culturale. La maggioranza delle famiglie, 9 su 10, per uscire dall’isolamento chiede aiuti non in contributi economici ma proprio in servizi più umanizzati. Applicare realmente la Legge 104/1992 e quindi mettere la persona al centro di una presa in carico globale. Famiglie che versano in una situazione di povertà in cui è presente una o più persone con disabilità, vivono in condizione di isolamento creata da muri relazionali, burocratico/istituzionali e di contesto.
Secondo i dati ISTAT del 2021 in Italia ci sarebbero circa 3 milioni di persone con disabilità e relativamente al 2022 circa 5,6 milioni di persone in povertà assoluta. Si instaurano evidenti ricadute economiche sulle famiglie.

Rapporto disabilità e povertà
Dall’indagine è emerso che le famiglie trovano seri ostacoli a giungere alla fine del mese. Le richieste maggiori sono indirizzate agli ambiti dell’assistenza sociosanitaria (39%), del sociale (37%), degli aiuti nella mobilità (25%), inoltre il 23% chiede più opportunità di socializzazione e inclusione. In merito alla sua condizione di disabilità oltre il 70% dichiara di percepire già dallo Stato quantomeno una prestazione monetaria legata alla propria condizione. Gli interventi sociali e sociosanitari, con l’eterno dilemma nelle diversificazioni, sono invece affidati alle istituzioni territoriali. Si differenziano in varie categorie di servizi. Il 44% nell’ultimo anno ha frequentato un centro diurno. Il 21% ha ricevuto da parte del Comune o di soggetti privati convenzionati prestazioni di aiuto e assistenza a domicilio. L’11% ha beneficiato di prestazioni sanitarie gratuite a domicilio da parte dell’azienda Sanitaria Locale, in maniera maggiore se giovani con disabilità fisiche. Nessuna notizia riguardo allo sport praticato, importante tassello sociale.

Durante e Dopo di Noi
Le famiglie stesse nel rapporto disabilità e povertà nonostante le difficoltà presentano la capacità di offrire agli altri forme di sostegno, infatti il 34% dà compagnia e conforto nel sociale.
Sebbene tutto dovrebbe essere già previsto nella Legge Quadro 104/1992 si verifica una ricerca spasmodica di lavoro. L’inclusione sociale e il lavoro riportano alla questione del “Durante e Dopo di Noi” che mette a nudo i pensieri angosciosi degli intervistati. Richieste in modo esplicito di maggiori opportunità lavorative/formative, da più di una persona su 5, sia per sé sia per i propri familiari. Ostacolo all’occupazione viene identificato nel carico di cura con relative pesanti ricadute sul piano economico della famiglia. Occorre tener conto inoltre che in caso di un lavoro l’ISEE potrebbe aumentare togliendo benefici e privilegi necessari. Sarebbe opportuno rivedere il sistema lavoro favorendo politiche di sostegno e una maggior conciliazione tra i tempi lavorativi e di cura.

Permettere alla persona con disabilità di fare esperienze e costruire le autonomie necessarie per vivere fuori dalla famiglia. Un processo da costruire nel tempo dando modo di acquisire la possibilità di esprimersi. Una difficoltà si manifesta proprio nell’inclusione, nel rapporto disabilità e povertà. La nostra società si sta indirizzando verso forme preoccupanti di valutazione. Non più personali ma in misura del potere economico o di consenso. Purtroppo all’interno della nostra collettività sempre più si valorizzano questi disvalori. In tutti i sensi.
Pensiamoci su.
Arturo CAMPANILE
Immagini consentite e/o di repertorio, Rapporto disabilità e povertà
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