#PaoloBorsellino, 32 anni fa un grande ci lasciava. A distanza di due mesi dall’altro
Un esempio su come lottare contro il potere criminale

#PaoloBorsellino, trentadue anni fa un grande ci lasciava. A distanza di due mesi dall’altro, dall’agguato all’amico e collega Giovanni Falcone (23 maggio 1992 ndr), anche Paolo Borsellino pagò con la sua vita la sua dedizione. La sua tenacia, la sua perseveranza e la sua caparbietà, dovrebbero essere da monito per chiunque lotti concretamente contro il potere criminale. Paolo Borsellino – così come Giovanni Falcone – è stato un esempio su questo, su cosa significhi vivere nella legalità, nella giustizia. Contestualmente amava vivere, godersi ogni istante di felicità, in famiglia e tra gli amici. Gli è stato ingiustamente tolto il diritto di continuare.
#PaoloBorsellino, un modello a cui ispirarsi o quantomeno da emulare
Il diritto di continuare a sorridere, a divertirsi e ad amare. Perché Paolo Borsellino amava il suo lavoro: non gli è mai piaciuto chi viveva di brogli, nell’illecito e nell’illegalità. Costoro erano l’antitesi dei principi morali e umani di cui Paolo Borsellino e lo stesso Giovanni Falcone si contraddistinguevano. Erano scomodi al potere criminale, il quale da sempre conosce una sola strada su come sbarazzarsi da chi si mette di traverso, i bastoni tra le ruote per intenderci. C’è oggigiorno chi in qualche modo – ma in un altro settore – segue le loro orme o quantomeno ci prova, con l’annessa rassegnazione di vivere sotto scorta. Paolo Borsellino, un modello a cui ispirarsi sempre.