Roma stregata dalla Darkmoon
Con la magistrale regia di Matteo Fasanella, Leopardi affascina e costringe il pubblico ad un interminabile applauso

A Roma dopo aver assistito al successo di pubblico e della critica di Giovanna Dark torna di nuovo ad emozionarci la DarkSide LabTheatre Company con una drammaturgia davvero originale e che conquista il pubblico fin dal primo momento.

Roma ospita il lato oscuro firmato Michele Mari
L’ambientazione teatrale fin dal primo istante cattura ed emoziona lo spettatore che viene immediatamente catapultato nel contesto filosofico e poetico di Giacomo Leopardi nella inusuale concezione narrativa di Michele Mari. Si rimane coinvolti da un’alternanza di stili narrativi dove l’ironia si va ad intrecciare con il mondo
Certamente il Giacomo Leopardi proposto nella versione Darkmoon’ risulta affasciante e coinvolgente, sicuramente andando oltre lo schema a cui siamo stati tutti abituati durante gli studi scolastici. “Io venia pien d’angoscia a rimirarti” firmato da Michele Mari di fatto pone la personalità di Giacomo Leopardi quale chiave di lettura della trama, non solo perché il poeta si trasfigura in Salesio, ma perché il “mostro che uccide”, altro non è che l’irrefrenabile impeto creativo del Leopardi stesso.
Giacomo Leopardi Darkmoon: un’ora che rapisce
Per appena poco più di un’ora lo spettatore non ha un attimo di distrazione, tanto la trama, le scenografie, i cambi di scena e la mimica degli attori rapisce e incanta di volta in volta. Ecco quindi che tra passato e presente, tra trasposizioni oniriche e realtà, vengono evidenziati i tormenti facendo viaggiare come su di un binario infinito la necessità di compiere un lavoro intellettuale e la voglia di far emergere un istinto irrefrenabile.
Regia magistrale di Matteo Fasanella
Il copione viaggia di pari passo con la magistrale regia di Matteo Fasanella andando così a mescolare, senza risultare mai banale o “pesante”, poesia, letteratura, mito e mistero. Il pubblico rimane imprigionato così piacevolmente, tanto da perdere la cognizione del tempo che scorre, fino al termine dell’atto unico.
Fasanella che abbiamo avuto modo di poter apprezzare anche nelle vesti di attore in GiovannaDark, qui trasferisce la sua passionalità interpretativa ai tre personaggi che riescono a tenere banco, senza un momento di stasi. Sembra di assistere ad un lavoro cinematografico in cui hanno un ruolo determinate le scenografie (suggestive, minimali e azzeccatissime), le luci e i dialoghi talvolta appena sussurrati.

Chi c’è sul palco di Roma
Nicolò Berti, Sabrina Sacchelli e Giuseppe Coppola in questo lavoro teatrale sono riusciti a coinvolgere il pubblico grazie alla loro grande capacità interpretativa. Sono riusciti infatti a trasmettere emozioni e spessore recitando con grande intensità i loro ruoli di fratelli tenuti insieme da un filo invisibile che va oltre la paura, il mistero e le incomprensioni. Grandissima comunicativa dove la mimica è il jolly che fa la differenza
Forse per i puristi del Leopardi l’opera potrebbe sembrare un azzardo, tenendo conto della forma narrativa inusuale e il contesto quasi sperimentale. Ma di certo il maestoso lavoro portato sul palco di Roma trasmette il coinvolgimento totale da parte degli attori, del regista e di tutti coloro che sono stati chiamati a collaborare in questa messa in scena.
La grande passione che ha vissuto la compagnia nella realizzazione in ogni farse di Giacomo Leopardi Darkmoon arriva forte e chiara e affascina lasciando il segno, proprio come il chiarore della grande luna piena, presente in scena.