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#ProgettoMnesys, arrivati a ottocento ricercatori per studiare le malattie neurologiche

Il progetto cresce a dismisura, sempre più folto il personale a disposizione

#ProgettoMnesys, arrivati a ottocento ricercatori per studiare le malattie neurologiche. Il diktat: identificare la patologia legata al cervello, studiare l’antidoto per curarla. Ovvero la terapia idonea per fronteggiare qualsiasi patologia neurologicamente pericolosa per la salute umana. E per capire come arginare una tale situazione, il personale a disposizione è aumentato: sono infatti ottocento i ricercatori scesi in campo per studiare e battere le malattie legate al cervello. Dal Progetto Mnesys si evince il seguente quadro: testati dei modelli digitali al cervello, abbastanza per ipotizzare su quale strada indirizzarsi per arrivare all’obiettivo. Quale? Una terapia adatta per sconfiggere appunto patologie neurologiche, le più infami e mortali che esistono oggigiorno.

#ProgettoMnesys, arrivati a ottocento ricercatori. Si aggiungono pure venticinque partners

Chi sarebbero i venticinque partners? Gente che studia all’università, in aziende private e negli istituti di ricerca. Il Progetto Mnesys è guidato dall’università di Genova: attraverso ricercatori dell’ateneo, si studia in maniera molto approfondita il sistema nervoso con annesse patologie neurologiche. Per esemplificare: il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, depressione e problemi legati all’apparato locomotore. Tra martedì 1°aprile e mercoledì 2 aprile, si terrà un convegno apposta in streaming, a moderare ricercatori dell’università di Genova. Si dibatterà su quanto raccontato sinora. I quesiti: a che punto sono le malattie neurologiche in questo inizio 2025? Quali sono gli sviluppi nel breve? E’ ancora lunga la strada per cercare la giusta terapia in proposito? Si spera quanto prima.

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