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Confinare i non vaccinati e imporre l’obbligo, il diktat per il 2022

Salutato il 2021, benvenuto 2022. Nuovo anno, ma sembra di essere a quello vecchio, a quel terribile 2020. Un anno che ci ha devastato e che continua a lasciare i suoi strascichi. Se prima non c’erano nostre responsabilità, ma solo causate da un virus che abbiamo sottovalutato, oggi le responsabilità nostre ci sono eccome.

Una persona su due ancora non è vaccinata: né prima e né seconda dose. C’è chi aspetta il suo turno per la terza dose o e già stato convocato per riceverla, e c’è chi per assurda e patetica “idea” si rifiuta di vaccinarsi. Peggio ancora crede che è tutta fandonia, che il virus non esiste. Infatti, ci si contagia e ci si muore per gioco.

È una macabra ironia, pessimo sarcasmo, scegliete voi. È roba da rinchiudere e gettare la chiave per sempre. È irrispettoso verso chi purtroppo ha contratto questo male che ci perseguita e ci ha rimesso la vita e verso quei parenti che hanno perso i loro cari, senza neanche purtroppo poterli vedere. Almeno per l’ultima volta.

Franco Basaglia in quel lontano 1978 sbagliò a insistere e a ottenere che i manicomi – e strutture simili, con lo stesso intento – fossero aboliti per sempre. Per molti servirebbero a tutt’oggi, per punirli e dare loro una lezione morale e di vita. Ma all’idiozia non c’è virus che tenga e né un vaccino idoneo per annientarla.

Se i contagi aumentano in questi giorni sempre di più, il problema è legato a loro. Fin quando non ci vacciniamo tutti e c’è ancora uno che non è vaccinato, gironzola per strada come se niente fosse, siamo sempre rovinati. Minaccia la nostra quiete, la nostra serenità e alimenta la nostra ansia. Lo spettro del lockdown è dietro l’angolo.

Un Paese con gli attributi emulerebbe quanto sperimentato – scaturendo effetti notevoli – prima dall’Austria e poi dalla Germania: confinare tutti coloro che non si sono vaccinati per un mese. In Germania conducendo questa iniziativa, da un mese sono passati da settantamila casi al giorno, a diecimila. Una discrepanza pazzesca.

A confermare che il problema maggiore sono loro, i non vaccinati. Proviamo anche noi a comportarci allo stesso modo: un mese in casa senza uscire. Di sicuro ci sarebbero meno casi, non risolve tutti i problemi, ma è già un passo. Se vogliamo essere più drastici: occorre quanto prima l’obbligo al vaccino.

Fin quando non ci sarà, non torneremo mai a come eravamo nel 2019. Ormai con la pandemia ci conviviamo da quasi due anni, se prima non era dipeso da noi, oggi si: i vaccini ci sono ma ci rifiutiamo di sottoporci. Un paradosso, un ossimoro. Due strade occorrono ora: confinare i non vaccinati e l’obbligo. Basta cincischiare.

Alfonso Infantino

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