Forlì: arriva L’Acqua del Duemila
Scopriamo le ricerche artistiche realizzate da Cosimo Veneziano capaci di sollecitare confronti e dibattiti con la cittadinanza sulla prevenzione e cura del territorio.

20 Sabato 3 maggio 2025 alle ore 19.00 la Fondazione Dino Zoli presenta a Forlì L’Acqua del Duemila di
Cosimo Veneziano a cura di Nadia Stefanel e Matteo Zauli, in collaborazione con il Museo Carlo
Zauli.

La Fondazione Dino Zoli, in seguito all’alluvione che il 16 maggio 2023 ha colpito le città di Forlì e
Faenza, le zone circostanti e gran parte della Romagna, ha realizzato diversi progetti,
proponendo ricerche artistiche capaci di sollecitare confronti e dibattiti con la cittadinanza sulla
prevenzione e cura del territorio. L’artista torinese Cosimo Veneziano, scelto per il progetto, si
occupa dal 2022 di riflettere sulla morfologia del paesaggio e di indagare, a livello artistico, lo stato
dei fiumi italiani, mostrando come gli eventi estremi abbiano messo in difficoltà il bacino
idrografico, diventando lo specchio di un disastro ambientale generalizzato.
L’Acqua del Duemila si materializza in due installazioni realizzate appositamente per gli spazi
della Fondazione, utilizzando anche tessuti prodotti dalla Dino Zoli Textile. L’artista ha lavorato
sulla raccolta dei ricordi degli alluvionati, del maggio 2023, trasformando le memorie intime di chi
ha vissuto quei giorni in “narrazioni per immagini”, costruendo, attraverso il media del
disegno, una mappatura tangibile per raccontare un immaginario collettivo fatto di presenze
perdute.

La prima installazione, Senza Titolo 2, è composta da stampe serigrafiche con soggetti animali e
porzioni di paesaggi travolti dall’alluvione, con un pattern di piante fluviali. Le fotografie sono state
decorate con un intervento pittorico dell’artista, una colorazione con le terre prelevate
dall’alluvione dal Museo Zauli del 2023. Come scrive la curatrice Nadia Stefanel: «L’acqua
possiede una forza innata e straordinaria, capace di imprimere il suo passaggio, in caso di
alluvione, nel nostro mondo tangibile. Le pareti delle abitazioni sono testimoni mute di queste
storie; raccontano di oggetti sospinti contro di esse dalla forza impetuosa di acque in piena.

La traccia lasciata non è solo un segno fisico ma un ricordo di tempi passati che invita a riflettere sulla
sottile ma vigorosa potenza della natura. […] L’ombra bianca disegnata da Cosimo Veneziano
lascia spazio alla memoria degli oggetti nelle case prima dell’alluvione e racconta una parte di
vissuto, rendendo visibile ciò che non c’è più, una continua transizione tra materialità e
immaterialità. I disegni non sono solo opere d’arte ma anche un metodo di narrazione che intreccia
il concetto di permanenza con quello di trasformazione, perché conservano la memoria di ciò che
è stato, attivando un dialogo silenzioso tra il visibile e l’invisibile.»
La seconda installazione, Non è cosa, è un accumulo di circa 300 disegni di oggetti persi durante
l’alluvione ed emersi dagli incontri con i cittadini. Continua Nadia Stefanel: «Mentre l’acqua
cancella le tracce tangibili delle vite vissute, ci incita però a guardare oltre il visibile e a conservare
i ricordi in modo più resistente.
In questo processo di ristrutturazione interiore, apprendiamo che i veri tesori non risiedono solo in oggetti materiali, ma piuttosto nei legami invisibili che essi coltivano tra passato e futuro, tra le persone e le loro storie condivise.
L’installazione di Cosimo Veneziano è un insieme di memorabilia perduti nell’alluvione, quando la forza devastante della
natura trasforma, in un istante, l’ordinario in straordinario, l’intero in frammento. L’insieme dei
disegni appesi, gli uni vicini agli altri, racconta questo, che in un mondo in cui i disastri naturali
sono una triste realtà, le alluvioni ci spingono a riflettere sulla transitorietà della vita e sul valore
intrinseco dei nostri ricordi.»
Altre due opere in mostra a Forlì
Il progetto L’Acqua del Duemila si compone di altre due fasi precedenti, presentate presso il
Museo della Montagna di Torino e presso il Museo Carlo Zauli di Faenza, che saranno, per
l’occasione, in esposizione anche in questo appuntamento conclusivo: una scultura che si ispira
all’iconografia della Fontana del Po in Piazza CLN a Torino e cinque vasi realizzati in
collaborazione con la bottega Gino Geminiani e con il tornitore Roberto Reali, che omaggiano
l’opera ceramica di Lucio Fontana.
In mostra anche altre due opere, realizzate in occasione dell’alluvione del maggio 2023: un lavoro
fotografico di Silvia Camporesi dal progetto Fragile Sublime a cura di Nadia Stefanel, stampato
su tessuto Dino Zoli Textile; e l’opera We are not alone di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari,
acquisita dalla Fondazione Dino Zoli per sostenere la raccolta fondi per le famiglie alluvionate.
Biografia
Cosimo Veneziano (1983) vive e lavora a Torino. Caratterizzata da un’ampia attività di
ricerca e workshop, la sua pratica si focalizza sullo sviluppo della scultura e del disegno in stretta
correlazione con i luoghi che li hanno ispirati, nonché opere d’arte in spazi pubblici, tra le quali il
monumento a Pinot Gallizio e Constant ad Alba, e il progetto per Nuovi Committenti a Rovigo. Tra
le mostre personali: Patrimonio Dissidente, MAC di Lissone – Strategia Fotografia 2023; L’acqua
del 2000, Museo della Montagna di Torino – Art Site Festival; Biomega Multiverso, CAMERA,
Torino e MUFUOCO Museo di Fotografia di Cinisello Balsamo – Italian Council 2019 e Bando Ora
Fondazione Compagnia di San Paolo. Tra le collettive: L’Italia è un Desiderio, Scuderie del
Quirinale, Roma, 2023; REFOCUS Archivio visivo della pandemia, Triennale di Milano, 2021; nel
2018 viene selezionato per il premio Talent Prize per la fotografia ed esposto al MACRO di Roma.
COMUNICATO STAMPA