Fenilchetonuria: news su dieta, terapie, sperimentazioni e qualità della vita
Fenilchetonuria, la nuova generazione di miscele aminoacidiche

Le ultime tecnologie in aiuto dei pazienti. L’esempio di APR e l’intervista a Giorgio Reiner
Balerna (SVIZZERA) – La fenilchetonuria (PKU) è una malattia metabolica che, se non trattata adeguatamente, comporta disabilità cognitive gravi o gravissime. Oggi la PKU può essere trattata, e la terapia consiste prevalentemente in un rigoroso regime alimentare, da seguire per tutta la vita. Si tratta di un’alimentazione sostanzialmente aproteica, che deve essere integrata (su prescrizione dello specialista) con alimenti a fini medici speciali, che forniscono aminoacidi e altre importanti sostanze nutritive pur essendo privi di fenilalanina. Il loro gusto, storicamente poco gradevole, ha portato in passato i pazienti ad abbandonare la terapia: una scelta che li espone a gravi rischi. Recentemente, però, l’azienda farmaceutica svizzera APR ha introdotto una nuova tecnologia che risolverà questi problemi e migliorerà l’aderenza terapeutica. Ne abbiamo parlato con il dr. Giorgio Reiner, Direttore del Reparto Ricerca & Sviluppo di APR.
Dottor Reiner, partiamo dalla sua azienda: come è nata e di quali prodotti si occupa?
“Applied Pharma Research (APR) è una società farmaceutica con sede in Svizzera, nata negli anni ’90. L’azienda ha un respiro internazionale ed è specializzata nello sviluppo di prodotti ad elevato contenuto scientifico protetti da brevetto. In particolare, APR seleziona, sviluppa, registra e distribuisce in tutto il mondo prodotti farmaceutici e parafarmaceutici (dispositivi medici, cosmetici, integratori alimentari e alimenti a fini medici speciali) con la finalità di soddisfare i bisogni dei pazienti o consumatori in specifiche aree terapeutiche. L’Azienda ha stipulato accordi di licenza, distribuzione e partnership con aziende farmaceutiche in oltre 50 Paesi nel mondo e da qualche anno, per scelta strategica, si è focalizzata nelle malattie rare”.
Qual è il rischio di essere affetti da fenilchetonuria, in termini di incidenza?
“La fenilchetonuria (PKU), è un disturbo metabolico ereditario caratterizzato da mutazioni del gene che codifica l’enzima fenilalanina idrossilasi (PAH), il cui malfunzionamento causa alte concentrazioni dell’aminoacido fenilalanina nel sangue. L’incidenza di questo disturbo, nel mondo e anche in Italia, è di un neonato affetto ogni 10-15.000, a seconda delle etnie e delle zone geografiche. In realtà si possono trovare incidenze che variano da 1:4.500 in Irlanda a 1:200.000 in Finlandia. Rimangono ad oggi fuori da queste statistiche i nuovi nati nei Paesi dove sfortunatamente lo screening neonatale non è stato ancora implementato. In termini di prevalenza sono inoltre da considerare numerosi soggetti, in generale adulti, che non sono sotto controllo perché hanno abbandonato la dieta e non afferiscono più ad un centro di riferimento per la gestione delle malattie metaboliche”.
Qual è il gold standard della terapia per la fenilchetonuria?
“La terapia primaria per la gestione della PKU è l’adesione, per tutta la vita, ad una dieta a basso contenuto proteico, e conseguentemente a basso contenuto di fenilalanina, integrata con alimenti a fini medici speciali (FSMP) a base di aminoacidi, denominati anche sostituti proteici. Gli FSMP vengono prescritti al fine di controllare le concentrazioni di fenilalanina nel sangue e allo stesso tempo garantire un apporto di aminoacidi adeguato alle necessità di crescita e mantenimento della massa muscolare corporea nei soggetti che soffrono di questo disturbo. L’approvvigionamento di aminoacidi, e recentemente anche la modalità con la quale gli aminoacidi vengono assorbiti, sono aspetti rilevanti non solo per garantire un’alimentazione sana e bilanciata, ma anche per permettere all’organismo di utilizzare la fonte proteica in modo efficiente e proficuo”.
Quali bisogni terapeutici per i pazienti PKU necessitano ancora di una risposta?
“L’efficacia della terapia è fortemente influenzata dall’aderenza alla dieta raccomandata. Uno scarso controllo dei livelli di fenilalanina legato ad una ridotta aderenza alla dieta o all’assunzione di supplementi a base di aminoacidi rimane un problema rilevante. Le ragioni della scarsa aderenza sono da ricercarsi in una dieta per sua natura meno ricca di elementi e sapori e senza dubbio nella scarsa palatabilità dei sostituti proteici in commercio, nonostante i progressi degli ultimi anni in questa direzione. È riconosciuto che in età scolare, e sempre più con l’avvicinarsi dell’adolescenza e della vita adulta, l’adesione al regime dietetico necessario per tenere sotto controllo la fenilchetonuria si affievolisce sempre più. Anche in questo caso le ragioni possono ricercarsi nell’esiguità delle opzioni dietetiche e nella barriera che i sostituti proteici rappresentano in situazioni di socialità, per esempio per il loro odore penetrante o per il tipico retrogusto sgradevole. Nonostante gli esperti del settore siano concordi nel consigliare il mantenimento del regime dietetico per tutta la vita, è noto che molti adolescenti e adulti abbandonino la dieta o la seguano in modo incostante, e gli sforzi di tutta la comunità scientifica e farmaceutica stanno effettivamente cercando di porre un rimedio anche a questo problema”.
Ci può parlare dei progressi che ha fatto la scienza rispetto alle terapie per la fenilchetonuria?
“Come dicevamo, i pazienti con PKU devono assumere giornalmente una supplementazione aminoacidica priva di fenilalanina al fine di compensare e integrare una dieta a basso tenore proteico. Il mercato propone essenzialmente miscele di aminoacidi liberi offerti in diverse forme, tra cui polveri da sciogliere in acqua, compresse, soluzioni pronte all’uso o altre formulazioni. Gli aminoacidi delle miscele attualmente in commercio hanno un assorbimento plasmatico molto rapido, indipendentemente dalla loro formulazione, e diverso rispetto a quello fisiologico degli aminoacidi che derivano dalla normale metabolizzazione delle proteine. In generale, l’assorbimento non fisiologico degli aminoacidi liberi è causa di stress metabolico (proprio perché non fisiologico) e può portare a maggiori fluttuazioni degli aminoacidi nell’organismo, che a loro volta possono impattare negativamente sull’equilibrio tra anabolismo e catabolismo; inoltre, possono influenzare il trasporto nel cervello non solo della fenilalanina presente nel sangue ma anche di altri aminoacidi, precursori di importanti neurotrasmettitori.
Utilizzando il suo background farmaceutico, APR ha sviluppato e brevettato una tecnologia innovativa da applicare alle miscele di aminoacidi, denominata Physiomimic Technology. Attraverso un processo molto complesso e suddiviso in molteplici fasi di lavorazione, gli aminoacidi vengono miscelati, granulati e successivamente rivestiti con una fibra alimentare non solubile al fine di ottenerne un rilascio prolungato nel tempo e un assorbimento fisiologico, mimando perfettamente il profilo di assorbimento delle proteine naturali; inoltre, grazie al rivestimento, si ottiene un importante mascheramento di odore e sapore rispetto alle normali miscele di aminoacidi e una sostanziale riduzione del retrogusto.
APR ha condotto studi preclinici e clinici al fine di validare l’assorbimento fisiologico degli aminoacidi grazie all’applicazione della Physiomimic Technology e intende proseguire con altri studi al fine di individuare i benefici clinici che l’assunzione fisiologica degli aminoacidi può portare. Questa tecnologia è quindi la base di una nuovissima generazione di formule di alimenti a fini medici speciali per pazienti con fenilchetonuria: il marchio della linea è Golike”.
Fonte: www.osservatoriomalattierare.it