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Economia e scuola

Tempo pieno: approvato l’emendamento in commissione, ora passa al Senato

L’emendamento che prevedeva il tempo pieno al Sud è stato approvato questa notte, in V commissione.

Adesso l’emendamento andrà in Senato, dove dovrà essere bocciato o approvato definitivamente.

Cosa succede se l’emendamento sarà approvato anche in Senato

Nel caso l’emendamento venga approvato definitivamente, si dovrà riavviare un piano pluriennale per aumentare l’organico scolastico.

Entro sessanta giorni dall’approvazione della legge, saranno da decidere le graduatorie per il tempo pieno nella scuola primaria.

Per compensare gli insegnanti mancanti, si stima che ne serviranno molti di più dei duemila preventivati.

Nell’emendamento, dalla richiesta iniziale di 2000 posti in più, si è passati con la seconda versione dell’emendamento, il 52 bis, a 1000 posti in più.

Invece la Cisl e Tuttoscuola hanno ipotizzato che servirebbe almeno un aumento di 43mila insegnanti e un ulteriore stanziamento per i servizi essenziali, come i collaboratori Ata e le pulizie.

Con questo emendamento si vorrebbe garantire il tempo pieno alle 86.658 classi in cui manca, cioè quasi il 67% delle classi italiane.

È quindi ben chiaro come la difficoltà di reperire le risorse economiche influirà sulla difficoltà di attuare il progetto di estendere il tempo pieno a tutte le classi.

Il testo dell’emendamento come approvato

Art. 52-bis. (Tempo pieno nella scuola primaria)
  1. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, da adottare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentita la Conferenza Unificata, sono stabilite le modalità per la graduale generalizzazione del tempo pieno nella scuola primaria. 
  2. Ai fini di cui al comma 1, il limite di spesa di cui all’articolo 1, comma 201, della legge 13 luglio 2015, n. 107, è incrementato in misura corrispondente a 2.000 posti aggiuntivi nella scuola primaria.

Conseguentemente, all’articolo 90, comma 2, sostituire le parole: di 250 milioni di euro per l’anno 2019 e di 400 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2020 con le seguenti: di 226,73 milioni nel 2019, di 328,63 milioni nel 2020, di 322,92 milioni nel 2021, di 325,75 milioni nel 2022, di 325,42 milioni nel 2023, di 324,55 milioni nel 2024, di 323,59 milioni nel 2025, di 321,93 milioni nel 2026, di 319,59 milioni nel 2027 e di 318,90 milioni di euro annui a decorrere dal 2028.

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