AGO 2019 (WORLDNET).- Oltre 9 italiani su 10 hanno lo smartphone sempre in mano, lo utilizzano sui mezzi pubblici e nel luogo di lavoro. L’89% degli italiani dichiara inoltre che non rinuncerà a questa abitudine neanche in vacanza.
Nel sondaggio sono state coinvolte 2 mila uomini e donne single di età compresa tra i 18 ed i 50 anni.
Ad essere «vittime» della «sindrome da hand-phone» -così come è stata definita a livello internazionale questa dipendenza- sarebbero 56 milioni di italiani.
«Il telefonino ha la capacità “ipnotizzare” le persone davanti ad uno schermo» commenta Roberto Sberna, sintetizzando i risultati della ricerca
«Gli italiani sembrano essere così tanto presi dal loro telefonino da riuscire ad utilizzare una sola mano per moltissime attività che prima eseguivano a due mani, pur di non staccarsi dal loro cellulare»
«In Italia ci sono oggi quasi 90 milioni di smartphone attivi, che gli italiani utilizzano sempre di più per navigare su Internet e sui social network, oltre che per le tradizionali chiamate, che arrivano a sommare 50 miliardi di telefonate ogni anno: oltre 136 milioni di telefonate ogni giorno»
«Per strada oggi sembra spesso di essere circondati da “zombie” assorti nei loro telefonini. La sfida dunque è quella di imparare a governare la tecnologia senza diventarne schiavi» sottolinea Roberto Sberna. E vero è infatti che molto spesso, invece di rimanere «appiccicati» allo smartphone, si potrebbe approfittare del tempo libero per fare tante altre attività più interessanti, dalla lettura di un libro alle passeggiate, dal cucinare al praticare uno sport.
Quanto tempo dedicano gli italiani al telefonino? Secondo il sondaggio un italiano su 5 utilizza il telefonino addirittura oltre 8 ore al giorno e questa percentuale sale al 45% tra i più giovani. Nella media generale, un altro 25% utilizza il telefonino per 4 ore al giorno. Il 20% si limita invece a “solo” 2 ore ed il rimanente 10% lo utilizza meno di un’ora al giorno.
«Ad essere più dipendenti dal telefonino sono maggiormente le donne ed i più giovani: la percentuale sale al 96% nella fascia di età compresa tra i 18 ed i 24 anni»