Fibriomalgia: colpisce approssimativamente 1.5 – 2 milioni di Italiani
La sindrome fibromialgica è una forma comune di dolore muscoloscheletrico diffuso e di affaticamento (astenia) che colpisce approssimativamente 1.5 – 2 milioni di Italiani.
Il termine fibromialgia significa dolore nei muscoli e nelle strutture connettivali fibrose (i legamenti e i tendini). Questa condizione viene definita “sindrome” poiché esistono segni e sintomi clinici che sono contemporaneamente presenti (un segno è ciò che il medico trova nella visita; un sintomo è ciò che il malato riferisce al dottore).
La fibromialgia spesso confonde poiché alcuni dei suoi sintomi possono essere riscontrati in altre condizioni cliniche. Il termine fibrosite era una volta utilizzato per descrivere questa condizione. Il suffisso -ite significa infiammazione- un processo che può determinare dolore, calore, tumefazione e rigidità. I ricercatori hanno evidenziato che l’infiammazione non è una parte significativa di questa sindrome. Il nome fibromialgia o sindrome fibromialgica è pertanto più accurato, ed ha ampiamente rimpiazzato i vecchi termini utilizzati. La fibromialgia interessa principalmente i muscoli e le loro inserzioni sulle ossa. Sebbene possa assomigliare ad una patologia articolare, non si tratta di artrite e non causa deformità delle strutture articolari. La fibromialgia è in effetti una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli.
La sindrome fibromialgica manca di alterazioni di laboratorio. Infatti, la diagnosi dipende principalmente dai sintomi che il paziente riferisce. Alcune persone possono considerare questi sintomi come immaginari o non importanti. Negli ultimi 10 anni, tuttavia, la fibromialgia è stata meglio definita attraverso studi che hanno stabilito le linee guida per la diagnosi. Questi studi hanno dimostrato che certi sintomi, come il dolore muscoloscheletrico diffuso, e la presenza di specifiche aree algogene alla digitopressione (tender points) sono presenti nei pazienti affetti da sindrome fibromialgica e non comunemente nelle persone sane o in pazienti affetti da altre patologie reumatiche dolorose.
CAUSE E FATTORI DI RISCHIO
La causa della fibromialgia è ancora sconosciuta, ma si ipotizza un’origine multifattoriale. Gli studi condotti per indagare la patogenesi hanno di volta in volta dimostrato alterazioni del rilascio dei neurotrasmettitori (sostanze che favoriscono la comunicazione tra le cellule del sistema nervoso), ipersensibilizzazione del sistema nervoso centrale, alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi, alterazioni nel rilascio di molecole (citochine) pro-infiammatorie, alterazioni dell’equilibrio tra sostanze ossidanti e anti-ossidanti. Oggi è stata definitivamente scartata la possibilità che queste alterazioni possano determinare una sofferenza della muscolatura periferica.
Si ritiene, invece, che vi sia una predisposizione genetica che si esprime con anomalie dei recettori della serotonina e della dopamina, strettamente coinvolti nei processi di elaborazione del dolore: i pazienti presenterebbero infatti una amplificazione della percezione del dolore a livello centrale. Sembra inoltre che patologie psichiatriche quali l’ansia, la depressione, il disturbo post-traumatico da stress e la somatizzazione possano predisporre all’insorgenza della malattia. La fibromialgia si può assimilare ad altre malattie quali la sindrome da stanchezza cronica, le sindromi miofasciali, la cefalea muscolo-tensiva e le cosiddette sindromi funzionali somatiche, il cui denominatore comune è costituito da una riduzione generalizzata della soglia del dolore.
DIAGNOSI
La diagnosi è basata sulla presenza di dolore diffuso, variamente associato alle altre manifestazioni cliniche menzionate, in combinazione con la presenza dei tender points, cioè punti elettivi di dolorabilità, localizzati nei muscoli, nelle inserzioni tendinee o a livello delle prominenze ossee. Come già detto, nessun test di laboratorio o esame strumentale è di aiuto allo specialista, se non per escludere la presenza di altre condizioni che possono causare segni e sintomi simili a quelli della fibromialgia (altre malattie reumatiche, disfunzioni tiroidee, infezioni virali). Proprio per l’assenza di lesioni d’organo e la contemporanea presenza di sofferenza fisica e psichica, il paziente può andare incontro ad un lungo peregrinare, rivolgendosi a vari specialisti prima di arrivare alla formulazione della diagnosi.
I SINTOMI CARATTERISTICI DELLA FIBRIOMALGIA
Oltre ai sintomi “essenziali” e caratteristici (dolore, affaticamento, disturbi del sonno e disturbi cognitivi) i sintomi che più frequentemente sono riferiti dai pazienti con fibromialgia sono:
- cefalea o emicrania
- estrema sensibilità al tatto
- disturbi della sfera affettiva
- dolore facciale
- sensazione di intorpidimento/formicolio
- difficoltà nella concentrazione
- ansia, depressione
- lombalgia
- rigidità muscolare
- crampi alle gambe
- dolore addominale con alternanza stipsi/diarrea.
TRATTAMENTI
Il trattamento della fibromialgia prevede sia l’assunzione di farmaci, sia cambiamenti dello stile di vita, ed è sempre mirato alla riduzione dei sintomi e al miglioramento dello stato di salute generale. Purtroppo non esiste una cura definitiva e attualmente si consiglia l’approccio multifattoriale per ottenere i migliori risultati.
Fra i farmaci che possono essere prescritti sono inclusi analgesici, antidepressivi e antiepilettici, con risultati variabili tra i vari pazienti. Inoltre si consiglia di avviare un counseling psicologico e di utilizzare tecniche di rilassamento che aiutino ad affrontare lo stress.
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