L’Italia ospita bambini ucraini, il Veneto li inserisce a scuola

Giovedì 24 febbraio per noi italiani sarà sempre una data particolare, perché ricorre l’anniversario della scomparsa di un Gigante come Sandro Pertini, un partigiano che ha combattuto per la pace e per la libertà, oltre ad essere stato un grande presidente della Repubblica. Sono esattamente trascorsi trent’anni.
Purtroppo, il 24 febbraio ci ricorderà anche qualcos’altro d’ora in avanti: la guerra in Ucraina. Un evento che non può sfuggire neanche per un attimo, all’opinione pubblica generale. Qualsiasi sia il contesto o il discorso dibattuto in quel momento, l’attualità ci interroga e ci impone di riflettere realmente su quanto sta accadendo.
Pertini si indignerebbe non poco se fosse ancora qui con noi e ci vorrebbe ancora una persona come lui e una personalità forte come la sua. Il popolo ucraino a tuttora lo emula: combatte per il suo Paese, sempre più vulnerabile. Si comprende l’orgoglio ferito, ma un certo punto bisogna accettare la realtà.
La realtà ci narra che è una partita persa, tipo come lo spot del Gratta & Vinci. Si sa che vincere è utopistico e fin quando non si rassegnano, molte vittime pagheranno le conseguenze. La maggior parte di queste vittime sono bambini; i genitori per proteggerli li lasciano addirittura da soli varcare il confine con la Polonia.
Una vicenda che in parte ha attenuato un po’ l’attenzione sul covid – quasi sembra che non ci sia più – per via della guerra. L’attenzione, dunque, è tutta spostata su quanto purtroppo accade nell’est Europa. Diversi paesi si sono offerti di ospitare cittadini ucraini, specialmente i bambini. L’Italia rientra tra questi.
Il Veneto si è messo a disposizione per accollarsi molti bambini che arrivano dall’ucraina: molti vanno anche a scuola con gli altri bambini italiani. Che siano grandi o piccoli, parliamo la bellezza di trecentosessantuno bambini ucraini. I più grandi attraverso la didattica a distanza, studiano con le scuole d’origine.
Dalla regione trapela che nei prossimi giorni giungeranno altri bambini, si vocifera che saranno duecento orfani, molti dei quali hanno perso purtroppo i loro genitori in questi terribili e osceni giorni di guerra. Appunto per questo c’è da chiedersi: se il prezzo da pagare è questo, perché continuare ancora?
Troppi innocenti soffrono per questa assurda e brutale vicenda. Bisogna trovare un compromesso quanto prima, perché non si può più accettare che questo scempio prosegua. Non è giusto che un genitore deve lasciar andar via un proprio figlio per evitare uno spiacevole epilogo, specie se è un bambino.
Alfonso Infantino
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