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Orrore in provincia di Messina, una madre abusa del figlio disabile

Nel messinese un bambino di sette anni, affetto da una disabilità psico-motoria è stato abusato sessualmente dalla madre

Ci chiediamo sovente se il mondo in cui viviamo è giusto o sbagliato, se c’è qualcosa da sistemare, aggiustare o correggere. È tutto un rebus dove si cerca come trovare il bandolo della matassa per venirne a capo, indipendentemente dal contesto o dalla circostanza. Invece ci facciamo solo il fegato amaro.

Perché non tutto funziona come vorremmo francamente, inutile cincischiare o trovare sempre quel pretesto per giustificare o spiegare quello che succede. Se ci riflettiamo in questo modo assecondiamo, paradossalmente parlando. Ci si accoda alla massa e non è giusto, anche in pochi, bisogna combattere.

Bisogna opporsi alla contrarietà, a tutto ciò che non va bene. Sarà una crociata solitaria o a perdere per qualcuno, ma ci saranno sempre quelle due o tre persone che sono dello stesso parere, senza farsi influenzare da una massa miope e deleteria. Un discorso che non si discosta molto da un concetto.

Quale concetto? Che se qualcuno si getta dal balcone, si getta anche l’altro. Una metafora un po’ macabra, ma rende al meglio il discorso. È la stessa identica cosa. Si ragiona per arrivare dritto al punto, ad un’altra assurdità maturata nella nostra penisola. Scendiamo un po’ dallo stivale fino alla Sicilia.

Nel messinese un bambino di sette anni, affetto da una disabilità psico-motoria è stato abusato sessualmente dalla madre. Un ossimoro quasi definirla tale per quanto il gesto sia nauseabondo. A tradirla è stato un audio scoperto dal cellulare della sorella del piccolo, la quale ha subito allertato il padre.

Dal messaggio vocale si sente che la madre abusava del figlio, commettendo atti fuori dal normale. Il padre ha avvertito le forze dell’ordine, le quali hanno scoperto che la triste vicenda andava avanti già da tempo. Il giudice di indagine preliminare ha emesso un’ordinanza di arresto per la donna.

Disposti i domiciliari per “la madre” lontana dal marito e dai figli, questi ultimi resteranno col padre medesimo. Dopo una storia simile, cosa si può mai dire? Se l’è cavata con i domiciliari, è roba da abbandonarla in un posto isolato dal mondo e gettare la chiave. Quasi per sempre. È quello che si merita.

Sarà estremo forse per qualcuno, a tutti bisogna dare una seconda chance, non perdonare mai neanche è giusto. Ma come si pensa in questo momento di perdonare una donna che abusa del figlio di sette anni, il quale già la vita gli ha remato contro nascendo con una disabilità psico-fisica? È disgustoso.

Alfonso Infantino

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