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Sanità nel caos, i medici: “il SSN non deve essere gestito dalle regioni”

Situazione sanitaria quasi allo stremo, la pandemia ha influito

Gli strascichi che la pandemia ci ha lasciato in questi due anni sono enormi, ognuno di noi ancora patisce i postumi di un’emergenza globale che ha attanagliato tutti e tutto, in qualsiasi contesto il covid-19 ha influito non poco. Un problema che ha scaturito effetti negativi in ambito economico, familiare, sociale e lavorativo. Paradossalmente il settore più colpito è proprio quello sanitario, ha creato attriti tra colleghi e in contesti sanitari: come i nosocomi, case di cura, case di riposo e cliniche. Se la situazione prima della pandemia era caotica, ora ancora di più. Troppi ospedali intasati e in alcuni casi – per chi presenta gravi problemi – si posticipano visite o operazioni a data da destinarsi, quando il medico di base invita il proprio utente a visitarsi quanto prima. Sarà folle? Assurdo? Da manicomio forse? E’ una questione così particolare che conduce ad una sola strada: non si può giustificare tutto questo. C’è chi necessita di attenzioni a livello sanitario ed è ingiustamente trascurato.

Servizio Sanitario Nazionale, non proprio così nazionale

Nel dicembre del 1978 – a distanza di sette mesi dalla legge Basaglia, la quale implicava l’abolizione categorica dei manicomi – nacque il Servizio Sanitario Nazionale. Un sistema che avrebbe dovuto accollarsi dei vari problemi sanitari che si presentano nella nostra penisola, ma in questi quarantaquattro anni la situazione è radicalmente cambiata, peggiorando. E’ stata data troppa libertà alle regioni, le quali gestiscono loro il SSN (Servizio Sanitario Nazionale) autonomamente e ognuna di loro a modo proprio. Fin quando non torna ad essere un servizio statale, pubblico e resta come è – privatizzato – peggiorerà sempre di più e la pandemia ha influito molto. C’è chi ci ha speculato sopra, pretendendo costi eccessivi per un tampone molecolare e per visite mediche propedeutiche ad un’eventuale operazione, la quale anch’essa comporta dei costi. Anche i medici iniziano a ribellarsi, gridando a gran voce che il SSN sia gestito a livello statale. Se resta in mano alle regioni, sarà sempre più grave.

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