
Non c’è verso per trovare quell’equilibrio che induce la scuola a rigare in un certo modo, dove c’è sempre quella falla che disturba, che storpia la quiete e quella giusta tranquillità necessaria per andare avanti senza problemi. La falla in questione stavolta è il bullismo, un fenomeno che purtroppo – passano gli anni – è sempre attuale. C’è da chiedersi cosa spinge a un ragazzo o a una ragazza – perché il bullismo non conosce sesso, è sia maschile e femminile – a umiliare un suo coetaneo o una sua coetanea? Che spasso si trova nell’infierire, nell’offendere o nell’insultare un altro ragazzo? Angoscia solo a parlarne, figuriamoci chi lo patisce. Inorridisce quasi a tratti.
A Crema l’ennesimo caso di bullismo a scuola
L’ultimo episodio di bullismo ci conduce in provincia di Cremona – esattamente a Crema – nel quale un bambino da diversi giorni diserta la scuola per paura di un suo coetaneo, che l’ha puntato fino a sfiancarlo. Ciò che più preoccupa è come la scuola gestisce la situazione, quasi stigmatizzando la vicenda, relegandola a un mero problema di relazione sociale. Se questa è la posizione di chi è al vertice, figuriamoci come può stare la vittima. Sembra che il problema sia la vittima medesima paradossalmente: un ossimoro. Se chi dovrebbe difendere le vittime, con la sua superficialità appoggia i carnefici, come può mai migliorare la situazione?
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