Donne vittime di presunti uomini, la smetteremo mai?
Passano anni, mesi o giorni, ma siamo sempre lì
La ragazza immortalata in foto si chiama Chiara – e per chi non lo rammentasse – il suo “fidanzato” l’ha massacrata di botte fino a sfondarle la testa. Lei è Chiara attualmente e non è in stato vegetativo come i medici sospettavano; lei scrive, capisce e parla fluentemente due lingue, risponde qualunque cosa le si chieda. Chiara è viva e se avesse occasione di stare in una struttura adeguata per riabilitarsi, magari un domani potrebbe tornare a casa. Al suo carnefice in prigione è stata data invece l’opportunità di proseguire a vivere normale fisicamente e perché ora Chiara non ha lo stesso diritto? Non è stata risarcita economicamente, perché non approfittare ora?
Chiara, un’altra vittima di un fenomeno che ha stufato
Ora come? Con una terapia idonea a poterla curare al meglio e in fretta, per riacquistare quella routine che le è stata al momento brutalmente tolta. Ad oggi le è stato tolto tutto eppure vive, sorride, comunica con le persone. Non ha picchiato e ucciso nessuno, ciononostante ora si trova ad essere in questa situazione motoria e psicologica. Ci possiamo innervosire, arrabbiare, irritare, inviperire – e chi più ne ha, più ne metta – è un fenomeno che ha stufato, ma sembra sempre essere all’ordine del giorno. Un paradosso, ma è la realtà. C’è sempre una vittima di questo orribile fenomeno, che ci inorridisce sempre di più. Il fegato si fa sempre più amaro.