Orrore in Puglia, abusata una ragazza con disabilità psichica

Non sempre si reperiscono parole per certe notizie e le uniche parole che il sottoscritto pensa in questo momento, sono queste: all’orrore non c’è mai fine. In settimana è giunta la notizia sul web che una ragazza con un disagio psichico, è stata vittima di abusi sessuali. E non tutti i telegiornali l’hanno riportato.
La gravità maggiore, è che a suo malgrado era una vittima recidiva: quando era minorenne è stata abusata da un vicino di casa. Uno schifo allora, uno schifo adesso. Vittima di un gruppo di balordi conducenti di autobus con variegata differenza anagrafica tra loro – sempre peggio direi – che si divertivano su di lei.
Hanno iniziato a palpeggiare nelle parti intime, per poi rincarare la dose e andare oltre purtroppo. La ragazza non era cosciente di quanto pativa a causa della disabilità non pesante ma palese, da non focalizzare appieno quanto le succedeva attorno a lei. Uno squallido obbrobrio durato per due anni e mezzo.
Una vicenda che dopo un anno è venuta alla luce, grazie al fidanzato della ragazza, che l’ha persuasa a raccontare tutto ai carabinieri. Chiedersi dove è la loro dignità è banale, non sanno cosa sia. Dire che sono animali, significa offendere i nostri amici a quattro zampe, perché sono bestie da subire il massimo nella loro misera vita.
Approfittare della fragilità altrui – in questo caso piuttosto marcata – equivale a definirli bestie senza coraggio. Il classico esempio di forti con i deboli e deboli con i forti. E’ riduttivo esprimere solidarietà alla ragazza, la sosterremo sempre e bravo il fidanzato invitarla a compiere il giusto gesto, alquanto doveroso.
A questi esseri – si fatica a definirli umani, scatta la nausea – sono stati concessi gli arresti domiciliari. Il giudice di indagine preliminare ha sottoposto poi il divieto di riavvicinarsi alla ragazza. Sono pene da applicare? Una barzelletta che offende ancora di più la vittima, per quanto di atroce ha patito per due anni e mezzo.
Un Paese serio li avrebbe chiusi in carcere e buttato la chiave per sempre. Non c’è perdono per quanto commesso, né pena e né compassione. Troppo osceno e disgustoso per passare inosservato o un giorno da chiudere un occhio o l’altro. Per qualcuno sarà drastico questo modo di pensare, ma è l’unico idoneo a loro.
Alfonso Infantino
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