Guerra in Ucraina: tra gli sfollati, molti disabili. Il disagio si amplifica

Guerra in Ucraina: tra gli sfollati, molti disabili. Il disagio si amplifica
Sono cinque settimane! Cinque settimane che conviviamo con questa mostruosità – così definita da Papa Francesco – della guerra. Si tratta, si negozia, intanto il marcio continua. E chi ne paga il prezzo? Gli innocenti. Persone comuni che all’improvviso si sono ritrovati devastati, stravolti da un orrore a cui sono dovuti fuggire.
Persone che ormai sono nomadi che girovagano per l’est Europa, in cerca di quel qualcosa che le è stato arbitrariamente tolto: la pace. Quella serenità quotidiana, che noi abbiamo e che purtroppo oggi manca a molti. Straziante guardare su internet o ascoltare i telegiornali che ci narrano le tristi vicende attorno all’Ucraina.
Quasi tre milioni di sfollati, sono persone con disabilità gravi o lievi e non hanno un tetto fisso su cui ripararsi, su cui curarsi o vivere quella quiete che fino a mercoledì 23 febbraio 2022 avevano e ora non più. Chi s’interessa di costoro? Chi si prende la briga o meglio l’onere ora di assumersi una responsabilità così grande?
È questo uno dei punti su cui dibattere, confrontarsi per risolvere quanto prima questo dilemma. È il momento di agire in fretta, perché queste persone non sono così virtuose, così privilegiate come l’essere umano medio. Esistono anche loro. Facciamo qualcosa presto, sennò la situazione peggiora sempre di più.
C’è una concreta possibilità che finiscano in quel pessimo calderone, in cui con troppa facilità e superficialità li parcheggiamo: nel limbo dell’oblio. Un terribile scenario che nessun sfollato merita, figuriamoci coloro che non sono normoabili. Purtroppo, è un fattore su cui non si può sorvolare, specie per chi ha una coscienza.
Se ci fosse stata una – di coscienza – questo obbrobrio non sarebbe mai dovuto iniziare, perché i più fragili l’hanno patito, lo patiscono e lo stanno patendo ogni giorno. Bergoglio non smette di pregare, invitando fino alla noia che tutto ciò si concluda presto, ma l’omertà purtroppo regna ancora. O saranno problemi di udito?
Un problema c’è ugualmente, sennò non saremmo in una situazione bellica, malgrado ancora siamo in pandemia. In più s’ignorano gli effetti collaterali. Gli stessi russi sono emarginati e isolati anche in strutture pubbliche: a Bologna un medico si è rifiutato di curare un utente russo. Un gesto che si commenta.
Contestualmente non si giustifica: perché un innocente non deve pagare per follie altrui. Neanche c’è da biasimare il medico, è solo conseguenza di ciò che viviamo da un mese. È tutto così sbagliato. Solo a pensare che tre milioni di persone con disabilità, vagabondano in giro senza cure, fa male davvero al cuore.
Alfonso Infantino