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IN MIGLIAIA ALLE AUDIZIONI DI X FACTOR, MA COME SI TRASFORMA IL SOGNO IN UNA CARRIERA DURATURA?

L’ESPERTO RIVELA QUALI SONO LE COMPETENZE IRRINUNCIABILI PER VIVERE DI MUSICA NEL 2022

Il vademecum per aspiranti musicisti stilato da Alessandro Zaccheroni, musicista, produttore, docente e live performer con oltre 4mila concerti all’attivo in tutto il mondo, fondatore dell’accademia musicale Hit in the box.

Riparte X-Factor e, come ogni anno, migliaia di persone affollano i casting per inseguire il loro sogno (erano 40mila all’edizione 2019, l’ultima pre-Covid). Pochi, pochissimi potranno continuare il percorso; tutti gli altri si porteranno a casa il ricordo dell’adrenalina a mille e tanti aneddoti da raccontare. Sfumata (almeno per il momento) la prospettiva della televisione, dovranno decidere se credono davvero in un futuro nel music business e, se la risposta è sì, provare a camminare sulle proprie gambe. Ma cosa è bene sapere, prima di avventurarsi in questo mondo?

La buona notizia è che le moderne tecnologie hanno reso la musica molto più democratica, permettendo a chiunque di produrre e pubblicare le proprie opere, anche senza spazi dedicati né grossi investimenti. “Musica e tecnologia non sono mai state così vicine e accessibili. Il successo parte sempre più spesso dalle pareti di casa con le incredibili possibilità dei setup casalinghi”, spiega Alessandro Zaccheroni, musicista, produttore, docente e live performer con oltre 4mila concerti all’attivo in tutto il mondo, fondatore dell’accademia Hit in the box. “Chi già studia uno strumento o canto ha conoscenze musicali e tecniche di esecuzione preziose che possono essere messe in pratica e sviluppate con un setup di produzione musicale. Per chi ne è completamente a digiuno, invece l’approccio tecnologico diretto attraverso l’uso di un computer è quello più utilizzato per cominciare a fare musica”. 

Da dove cominciare, dunque, per gettare le basi di una carriera duratura?

  • Costruire una postazione “minimal” casalinga per suonare, registrare e comporre i nostri primi brani: bastano un computer, una scheda audio, un paio di cuffie e/o delle casse acustiche ed un software specifico per la produzione musicale. “Possiamo installare sul nostro computer gli stessi programmi che troviamo negli studi di registrazione più prestigiosi. Con un percorso didattico corretto, quindi, molte delle funzioni e delle tecniche apprese all’inizio saranno le stesse che serviranno fino ai livelli professionali”, spiega Zaccheroni.
  • Capire quali sono le proprie reali attitudini“Il mondo della musica non si limita agli artisti che si esibiscono sul palco, ma prevede tante figure diverse che possono interagire nella realizzazione di vario materiale musicale. Canzoni, beat, colonne sonore per film e videogame, jingle e remix, per esempio, sono opere che prevedono diverse fasi nella produzione che a loro volta richiedono diverse competenze come composizione, scrittura dei testi, registrazione, editing, arrangiamento, mix, mastering… A seconda delle nostre attitudini e dei nostri gusti, possiamo occuparci di tutte le fasi ricoprendo il ruolo del producer, oppure specializzarci in alcune di esse e collaborare con altri artisti e professionisti“, continua Zaccheroni.
  • Indipendentemente dalla veste in cui ci si immagina nel futuro, acquisire nozioni di base sia in campo musicale sia in campo tecnologico“Chi lavora con il computer dovrebbe almeno conoscere i rudimenti della teoria musicale e saper suonare anche limitatamente uno strumento, preferibilmente le tastiere che sono l’interfaccia principale. Allo stesso modo, chi ambisce a esibirsi sul palco dovrebbe comunque destreggiarsi con una DAW (studio virtuale con tracce, MIDI, audio…) e i plugin (strumenti virtuali, effettistica, editor…), oltre a conoscere le procedure fondamentali della produzione musicale”, sottolinea Alessandro Zaccheroni.
  • Ben venga la passione, purché si presti attenzione fin da subito agli aspetti commerciali e contrattuali, per evitare brutte sorprese. “Mi è capitato di incontrare giovanissimi talenti che si erano vincolati a un’etichetta per diversi anni; songwriter che non si erano mai preoccuparti di depositare le loro opere; producer che attingevano liberamente a materiale coperto da copyright senza curarsi delle conseguenze. Allo stesso modo, i social portano a credere che chiunque si possa occupare di comunicazione, ma anche in questo ambito è vietato improvvisare”, conclude Zaccheroni. “Una leggerezza commessa a inizio carriera potrebbe compromettere grandi opportunità per il futuro”.
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