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Alunni con disabilità separati, dov è l’equazione scuola=inclusione?

Lezioni in aule diverse dai normoabili, con gli insegnanti di sostegno

La scuola si sa non è che piaccia a molti ragazzi, anzi per alcuni andare a dormire la domenica sera – sapendo che il giorno dopo torni a scuola – è una gran bella botta alla testa. Quasi un incubo solo a pensare di sedersi in quell’aula sulla sedia davanti al banco e il docente di fronte, con l’ansia che quel giorno interroga. Che quel giorno c’è un compito in classe o peggio interroga e tutti gli alunni ne sono ignari. La scuola è anche questo, ma è anche un contesto dove approcciare, conoscere altri ragazzi, stringere dei rapporti che portino a consolidare un’amicizia e di conseguenza ci si può aiutare reciprocamente quando occorre. La scuola ha molte sfaccettature.

Ci sono alunni e alunni, quelli con disabilità hanno un altro spazio

Tra molte sfaccettature che la scuola presenta, ci sono da rammentare – e ormai siamo in prossimità del 2023 – che non tutte tra loro funzionano come dovrebbero. Purtroppo ci sono ragazzi che non sono nati privilegiati come tutti, sono affetti da disabilità fisiche o neurologiche. Eppure ci sono ancora scuole che invece di metterli a proprio agio, li separano da quelli “normoabili” con accanto gli insegnanti di sostegno. Come vogliamo salvare il mondo, se dove c’è un problema invece di risolverlo lo accentuiamo di più? La scuola deve includere e non escludere, se gli alunni con disabilità non interagiscono con quelli senza, significa che l’istruzione ha perso.

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