
A distanza di poco tempo ci hanno lasciato Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli, persone abituate a sfidare qualsiasi problema che ostacoli la loro strada, a tirare fuori la grinta e a trovare dentro di sé la forza per combattere. Il tutto con l’intelligenza e la consapevolezza che dinanzi a “certe partite” non si gioca quasi mai ad armi pari purtroppo. Tutte le patologie diversificano nella loro difficoltà; come nel calcio ci sono la Serie A, la Serie B e la Lega Pro (la vecchia Serie C), anche tra le patologie medesime ci sono categorie. Non incide la forza di una squadra o la potenza del club in questo caso, ma l’entità della malattia stessa e chi la patisce non può nulla.
Addio a Gianluca Vialli, un’epifania non proprio così felice
Malgrado ci si impegna con tutta la forza, la positività e la rassegnazione ad accettare quanto purtroppo si trova a fronteggiare, il tumore vince quasi sempre il suo campionato. Si crea una situazione in cui la persona stessa implicata in questa brutta storia, resta col fiato sospeso fino all’ultimo, auspicando di farcela e contestualmente accettando di avviarsi nell’unica strada che conduce questa triste vicenda. Sono andati via due giovanotti di cinquantatré anni (Sinisa) e cinquantotto anni (Gianluca), non è giusto. Non è giusto andarsene a causa di demoni come le malattie, le quali perseguitano sempre un po’ tutti. La befana oggi ha steccato di brutto.
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