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Il mondo della fashion

Il mondo della fashion inizia a valorizzare l’inclusività sia nei prodotti sia attraverso la Pubblicità, “Moda e inclusività in Italia” tema curato dalla “Sita Ricerca”

Il mondo della fashion. Nel mese di Luglio 2023, Martedì 11, si è tenuto un interessante webinar sul tema della “Moda e inclusività in Italia” curato dalla “Sita Ricerca”. Ha presentato i principali risultati di questa nuova ricerca. Il mondo della fashion già da tempo ha dimostrato particolare sensibilità facendosi portavoce di questo tema per nulla semplice oltre che complesso e sfaccettato. Dopo aver affrontato da tempo il tema riguardante esclusione etnica e razzismo, attraverso pubblicità di marche di grido, ora ci si sta orientando verso le differenze di genere e l’inclusione stessa.

Visibili sui canali Pambianco alcune delle video interviste realizzate da “Sita Ricerca” sul campione di riferimento:

https://vimeo.com/pambianconews/sitaricerca-modainclusivita

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La declinazione dell’inclusività nel mondo della moda è vista come espressione di libertà, espressione del proprio Io, senza essere clusterizzati in determinati stereotipi. I brand dell’alta moda più costosi danno apparentemente un’immagine di accoglienza sebbene i prezzi elevati siano proprio il discrimine dell’accettazione stessa. La pubblicità è immagine e facciata quindi manca il substrato necessario, nocciolo che induce ad agire. Di contro almeno facendo sfilare i disabili si inizia a porre l’attenzione sulla questione stessa, sempreché le fasce deboli non siano considerate un passivo “usa e getta”.
Si riscontra che un’attenzione su valori superiori al passato, consolidandosi verso promozioni e offerte, si rivolga al tipico consumatore maturo attento alle spese e all’allocazione controllata delle proprie risorse. Sebbene sia appannaggio di pochi, che lo applicano trasversalmente a tutti i settori di spesa e ove la moda non è nei primi posti, sicuramente attraverso questa proiezione è possibile veicolare meglio questi contenuti.
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Moda: inclusiva o esclusiva ?

La moda è da considerarsi inclusiva o esclusiva? L’accettazione della diversità sono i nuovi valori che stanno cambiando la comunicazione della moda influenzando il concetto di bellezza. Ci si chiede se è in atto un cambiamento reale oppure se ci si riferisce solo a parole e/o immagini. I nuovi termini tecnici abbagliano come una spirale ipnotica e troppo sovente assumono connotazioni ben lontane dall’originario significato. Le domande sono tante: se la moda offra prodotti inclusivi adatti a tutti i corpi. Se il personale di vendita assuma verso le/i clienti, normodotati e non, un adeguato comportamento. Le nuove espressioni spesso le rigiriamo in mente, le citiamo continuamente, le comprendiamo non correttamente, per infine e frequentemente fare poco per trasformarle in concreti cambiamenti. L’universo fashion già da tempo è particolarmente sensibile e si è fatto portavoce di questo tema multiforme e poliedrico. Ora occorre solo che diventi moda di tutti l’accettazione inclusiva.

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Definizione di “moda inclusiva”

L’inclusione identifica l’inserimento stabile o funzionale nella Società senza valutazione, critica o giudizio di qualsivoglia forma di differenza. La definizione di inclusività originariamente proviene dalla mineralogia ove s’intendono sostanze solide, liquide o gassose inglobate all’interno di minerali e/o altre sostanze, creando anche a volte mirabili effetti di luminescenza. Anche l’ambra che è una resina presenta all’interno proprio delle inclusioni. Nell’asteria oppure nell’occhio di gatto la diversità crea bagliori di luce e aggiunge ulteriore bellezza. Quindi le categorie protette sono in grado di dare qualcosa in più ma SOPRATTUTTO devono essere interamente INGLOBATI nella stessa Società a cui afferiscono. Non inclusi solo a volte e quando conviene ma sempre. La fashion ancora si occupa troppo poco della vestibilità e delle taglie che tengano conto di tutte le differenze fisiche. Se facessimo una “linea per disabili” non sarebbe inclusione ma piuttosto integrazione che non è affatto la stessa cosa.
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Analisi dei dati della Sita Ricerca S.r.l.

“Il 47% degli italiani considera la fashion il settore che, tra tutti, più sta cercando di attuare politiche inclusive grazie a comunicazioni che mostrano modelli e modelle con differenti fisicità, etnie e orientamenti sessuali. Questo sforzo è teso a far sentire tutti liberi di vestirsi come preferiscono, senza imposizioni culturali.
Dall’altra parte, però, un buon 30% ritiene che l’inclusività nella moda sia solo una strategia di comunicazione (“facciata”) e che non abbia ancora abbastanza ricadute concrete nella realtà dei prodotti, dei negozi, dei prezzi e del processo di produzione.
Oltre il 50% non ricorda i marchi che comunicano inclusività. “Non me ne ricordo uno in particolare, adesso che ci penso ce ne vorrebbero di più di marchi inclusivi”, afferma una giovane donna intervistata da Sita Ricerca.
C’è ancora molto da fare secondo tutti gli intervistati: “Siamo agli inizi in Italia rispetto ad altri paesi europei”.
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Sita Ricerca, Conclusioni 

Premesse tecniche dello scrivente. Le analisi di mercato richiedono un’operazionalizzazione. Permette di passare dai concetti teorici alle variabili che costituiscono poi gli aspetti osservabili attraverso cui mettere alla prova le teorie e le ipotesi dei ricercatori. Indica la trasformazione delle interviste in modelli matematici esaminabili se eseguite su un idoneo campione.
Conclusioni Sita Ricerca: “L’interesse verso le tematiche dell’inclusività è comunque alto, c’è un’apertura di credito da parte del 60% della popolazione verso le aziende che stanno investendo in questa direzione.
Il prodotto è assolutamente al centro delle attese dei consumatori in termini di inclusività. La moda si occupa ancora troppo poco di vestibilità e taglie che possano andare incontro a tutte le differenze fisiche. Problema sollecitato, a sorpresa, anche dai più giovani che non chiedono solo capi adatti al target curvy ma anche a chi ha taglie molto piccole, a chi è molto alto o molto magro.”
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La Moda/Fashion rappresenta il comportamento di una comunità secondo le opinioni ed il gusto anche culturale e particolare del momento. Se il rispetto della Persona Altrui si realizzasse attraverso l’inclusione, si verificherebbe nella realtà un enorme balzo in avanti. Per la Società e quindi per Tutti.

Arturo CAMPANILE

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Arturo Campanile

Così è (se vi pare) O. T. di L. P.

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