REFERENDUM COSTITUZIONALE
Il taglio dei parlamentari smantellerà la democrazia rappresentativa?

Di Guido Sparvieri
Nel 1948 quando entrò in vigore la Costituzione italiana, gli articoli 56 e 57 non individuavano un numero massimo di parlamentari da eleggere, poiché era prevista l’elezione di un deputato ogni 80.000 abitanti o per frazione superiore a 40.000, mentre per ciascuna regione era assegnato un senatore ogni 200.000 abitanti o per frazione superiore a 100.000, con un minimo di sei senatori per ogni regione e massimo un solo senatore per la Valle d’Aosta.
L’attuale assetto Parlamentare è stato definito alla fine della terza legislatura, nel 1963, che modificò gli articoli 56, 57 e 60 della Costituzione, fissando a 630 il numero dei deputati e a 315 il numero dei senatori e la durata della legislatura a 5 anni per entrambe le Camere.
Il quarto referendum costituzionale nella storia della Repubblica Italiana (nel 2001, 2006 e 2016 i precedenti) avrà luogo il 29 marzo 2020, il quesito è il seguente:
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Serie generale – n° 240 del 12 ottobre 2019?».
In sintesi andrà a cambiare l’attuale composizione del Parlamento, passando da 950 a 600 parlamentari, stabilendo, inoltre, il numero massimo di Senatori a vita che il Presidente della Repubblica può nominare (cinque).
Nello specifico è stato designato un passaggio dei Deputati dagli attuali 630 a 400, e quelli eletti nella circoscrizione estero da 12 a 8; dei Senatori dagli attuali 315 a 200, e quelli eletti nella circoscrizione estero da 6 a 4, e il numero minimo di ogni senatore si abbassa da 7 a 3.
Prima di rispondere “Sì” o “No” al quesito referendario, cerchiamo di valutare i pro e contro, specie i più citati dai nostri politici:
PRO | CONTRO |
Risparmio di 100 milioni all’anno | Il vero risparmio non è nel taglio delle poltrone,
ma è nella riduzione degli stipendi |
Parlamento più snello | Perdita della rappresentanza territoriale |
Le operazioni di voto si svolgeranno nella sola giornata di domenica 29 marzo dalle ore 7.00 alle ore 23.00