Armi, cosa sta succedendo
Da non confondere Eros e Thanatos, Amore e Morte, le due principali pulsioni istintuali descritte da Sigmund FREUD e presenti insieme in tutti noi. La maggior parte delle uccisioni non sono compiute sempre con le classiche armi. In questa società che ormai sembra pericolosa spesso basta anche solo un oggetto per uccidere

Da non confondere le due principali pulsioni istintuali descritte da Sigmund FREUD, Eros e Thanatos, Amore e Morte. Chi apprezza le armi non è detto che non provi l’istinto di assassinare. Ab absurdo tutti, anche un pacifista, potrebbero pensare di fare qualche sciocchezza un giorno o l’altro. Tutto sembra muoversi governato dal dio denaro, piccolo ma onnipresente. Soldi, immagine, potere, egoismo, egotismo e altro ancora. Domanda retorica è l’Uomo dove è finito, dov’È e dove finirà.

Armi, cosa sta succedendo
Spesso sentiamo nelle notizie di cronaca di femminicidi, uccisioni, violenze perpetrate a danno di persone indifese. In Italia si stimano presenti tra i 4 e i 10 milioni di armi da fuoco (la stima più plausibile è di 7 milioni). Calcolando sempre statisticamente ed approssimativamente risulterebbero 11,9 armi ogni 100 persone. Ben poche paragonandole ai 270 milioni di armi presenti sullo sconfinato suolo statunitense. Cambia se paragonate ad altri paesi europei. Comunque Germania e Francia ci precedono, rispettivamente con 25 e 19 milioni, mentre rimangono indietro altre nazioni, come Spagna (4.5 milioni) e Inghilterra/Galles (insieme raggiungono 3.4 milioni). Volendo raffrontare il numero di armi con il numero di abitanti l’Italia sembra seguire sempre Francia (31.2) e Germania (30.3), precedendo Spagna (10.4) e Inghilterra/Galles (6.2). Armi, cosa sta succedendo, dopo un pacifico periodo di comune accordo si risvegliano i bollenti spiriti desiderosi di rinnovare fasti del passato ormai scomparsi e irrealizzabili.

La Svizzera è neutrale
La Svizzera non contempla la guerra come uno dei sistemi di risoluzione delle contese. Ma non per questo non ha un esercito, “Ogni cittadino svizzero è tenuto a prestare il servizio militare o un servizio civile sostitutivo. Le cittadine svizzere possono farsi reclutare volontariamente. Per soldati, appuntati e sottufficiali l’obbligo di prestare servizio dura fino alla fine del decimo anno civile che segue la promozione a soldato. Il numero dei giorni di servizio d’istruzione dipende generalmente dal grado e dalla funzione”. Il servizio militare quindi è previsto. Le spese militari non da meno. “Nel dicembre 2024 il Parlamento ha deciso di aumentare di 4 miliardi di franchi il limite di spesa per l’esercito 2025-2028, portandolo a 29,8 miliardi di franchi. Ha l’intenzione di raggiungere l’obiettivo di spesa militare dell’1% del PIL per il 2032”.
Armi, cosa sta succedendo, la guerra Russo/Ucraina da tre anni sta creando morti e spese incredibili.

Si vis pacem para bellum
Gli antichi dicevano Si vis pacem para bellum, se vuoi la pace prepara la guerra. È una cosa inaccettabile che debbano essere destinati soldi agli armamenti ma purtroppo così va il mondo. La maggior parte delle armi era diventata obsoleta, perché giustamente non utilizzate. Ora un perverso desiderio di dominio ha turbato un delicato seppur traballante equilibrio democratico, spingendo i Paesi a correre ad armarsi, con la soddisfazione dei costruttori. Di questi produttori, tra cui la Svizzera, ne facciamo parte anche noi. L’Italia guadagna molti soldi con le industrie di armamenti come Fincantieri e Leonardo che fanno stimare l’asset come altamente Hi-Tech dagli economisti internazionali. Poi l’universo guerra prevede cure, veicoli di supporto, medicine e mille altre cose. Tutto quello che si investe negli armamenti da qualche parte andrà tolto. Probabilmente al sociale e quindi alle categorie svantaggiate. Per soldi oggi si mettono da parte sensibilità, etica e morale.

Io speriamo che me la cavo
Chi non ricorda l’indimenticabile film del 1992 diretto da Lina Wertmüller e interpretato da Paolo Villaggio. Il maestro genovese Marco Tullio SPERELLI a causa di un errore burocratico viene erroneamente trasferito alla scuola Edmondo De Amicis di Corzano, fittizio comune del napoletano semidiroccato e pieno di problemi. Un’analisi che mostra lo scontro tra l’onestà del ruolo e le realtà del contesto. Alcune idee radical-chic risultano essere solo teorie non applicabili realmente. Ricordano la famosa risposta della Regina di Francia. Al popolo affamato che chiede pane, Maria Antonietta d’ASBURGO-LORENA avrebbe risposto S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche (Se non hanno più pane, che mangino brioche). Frase probabilmente falsa. Purtroppo gli ideali sono difficili da trasmettere, possono anche non essere condivisi. Occorre riflettere se in questo scenario guerrafondaio purtroppo i deterrenti restino gli armamenti per indurre l’eventuale aggressore a desistere e soprattutto per essere sempre pronti a difendersi.

Come sopra anticipato per uccidere barbaramente un innocente spesso basta anche solo un oggetto non definibile propriamente arma. Si vis pacem para bellum. L’accezione più antica la fa risalire ad un passo delle Leggi di Platone. Quella oggi utilizzata è invece ricavata dalla frase Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, di Vegezio (IV – V secolo d.C.), traducibile in Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra. Non vanno comunque confusi belligeranza e agonismo. Lo sport di questo settore invece incentiva persino il volano dell’inclusione cosicché anche alcuni disabili praticano questi sport. Oggettivamente la guerra non serve, lo Sport sì. Armi, cosa sta succedendo, risulta importante non confondere l’utilizzo delle armi nel tempo libero e la volontà guerrafondaia. Occorre distinguere bene le due cose.
Pensiamoci su.
Arturo CAMPANILE
Immagini consentite e/o di repertorio, Armi, cosa sta succedendo
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