Dal Pakistan un’app per l’interpretazione dei segni
Tre ragazzi con disabilità hanno sviluppato l'app per sordomuti, il loro slogan: ‘Bridge the gap’ (colma il divario)

DeafTawk è un servizio di piattaforma digitale che mira a colmare il divario di comunicazione tra la comunità dei non udenti e il pubblico in generale in tempo reale tramite un interprete del linguaggio dei segni.
È una bella storia di determinazione e inclusione sociale quella che arriva dal Pakistan, dove tre ragazzi con disabilità hanno sviluppato un’app per smartphone che permette l’interpretazione del linguaggio dei segni. Si chiama DeafTawk ed è uno strumento davvero utile per agevolare la comunicazione alle persone sordomute.
Le tecnologie digitali hanno ormai pervaso ogni aspetto della vita dell’uomo. La forza di questi strumenti sta proprio nella loro capillarità, nella capacità di arrivare a permeare anche in contesti – come, appunto, il Pakistan – socialmente ed economicamente deboli.
Proprio questa loro pervasività ha creato una “società parallela”, da dove però, almeno nelle fasi iniziali, sembravano essere escluse le persone con disabilità come cecità, sordità e mutismo. App come DeafTawk, o strumenti di trasformazione sonora dei contenuti visivi vanno, invece, nella direzione dell’inclusione di queste persone all’interno del mondo digitale.
l CEO di DeafTawk: “con quest’app vogliamo abbattere le barriere per le persone con disabilità”.
“Si tratta – spiega Ali Shabbar, CEO di DeafTawk – di un’applicazione mobile che fornisce l’interpretazione del linguaggio dei segni online per sradicare gli ostacoli nella comunicazione per la comunità dei non udenti. Sono nato cieco, come il mio co-fondatore AQ, mentre l’altro nostro co-fondatore, Wamiq, ha problemi di udito. Cresciuti in Pakistan, ognuno di noi era ben consapevole che ci sono troppe barriere per le persone con disabilità”.
“Il nostro slogan – continua – per DeafTawk è ‘Bridge the Gap’ (‘Colma il divario’, nda) perché l’intento è quello di mettere in contatto persone sorde di tutto il mondo con un’interpretazione del linguaggio dei segni semplice e veloce, dai loro telefoni”.
I tre ragazzi sono stati anche selezionati per Google for Startups Accelerator, un programma di tre mesi per supportare le startup che lavorano su problemi sociali, economici e sanitari. “Per noi – conclude Shabbar – è un’opportunità per espandere le nostre conoscenze e competenze nell’intelligenza artificiale e nell’apprendimento automatico ed esplorare come ampliare la nostra base di clienti”.