Andare a vivere da soli lasciando il nido familiare, per spiccare il volo intraprendendo la propria autonomia. Un sogno che per molti è ancora difficile realizzare, soprattutto in Italia. E allora ci siamo chiesti come fosse la situazione per i giovani europei che, nazione dopo nazione, si trovano per la prima volta ad avere a che fare con la propria indipendenza.
E l’Italia non è propriamente la peggiore. Secondo i dati forniti da ESTAT ed EUROSTAT nel 2020, circa il 26,5% dei giovani adulti europei di età compresa tra i 25 e i 34 anni vivono con i propri genitori. Questa percentuale ovviamente cambia da nazione a nazione, andando dalle più virtuose, ovvero quelle in cui è più facile intraprendere la propria autonomia, a quelle dove si rimane nella casa familiare per lungo tempo. Di seguito, alcuni dati.
I Paesi scandinavi e le nazioni nord-europee sono quelle che hanno la percentuale minore di giovani 25-34 che vivono nella casa parentale. In Danimarca, infatti, solo il 4% dei giovani adulti vive con almeno un genitore, percentuali che salgono leggermente in Finlandia (4,6%), Svezia (4,8%), Paesi Bassi (11,2%) e Germania (12,2%).
Per quanto riguarda invece le nazioni che detengono il maggior numero di giovani adulti tra i 25 e i 34 anni che vivono con i genitori, la peggiore è la Serbia con una percentuale del *65,3%, la Croazia (64,1%), la Grecia (60,7%), l’Italia (53,7%) e la Slovacchia (*53,2%). Vivere con i genitori fino all’età adulta sembra dunque essere un uso comune per gli stati balcanici, ma anche per il sud Europa. Dopo l’Italia, spiccano anche il Portogallo con il *52,3%, la Spagna con il 46%, e Malta che si attesta al *46,7%.
Le percentuali indicate con asterisco (*) fanno riferimento a dati ESTAT ed EUROSTAT del 2020, a causa dell’assenza di dati riferiti al 2021.
Secondo i dati EUROSTAT riferiti al 2020, i giovani adulti europei vanno a vivere da soli in media a 26,4 anni. Questo dato è stato calcolato su una media di 27 Paesi. Ma di nuovo troviamo una grande differenza in base alla nazione di provenienza. In Svezia, infatti, i giovani lasciano la casa parentale in media a 19 anni, in Finlandia a 21,2 anni, in Danimarca a 21,3 anni, in Estonia a 22,7 anni e nei Paesi Bassi a 23,3 anni.
Per quanto riguarda il sud Europa e gli stati balcanici, invece, il discorso cambia. In Portogallo, i giovani adulti che lasciano la casa parentale per la prima volta hanno in media 33,6 anni. Un dato che rende i giovani portoghesi coloro che faticano di più a intraprendere una propria autonomia. Al secondo posto tra le nazioni peggiori d’Europa si attesta la Croazia, dove i giovani adulti trovano la loro indipendenza per la prima volta a 33,3 anni. A seguire la Serbia, dove si rimane in casa con i propri genitori fino ai 31,4 anni in media, la Slovacchia dove si esce di casa per la prima volta a 30,9 anni e la Grecia, dove i giovani che vanno a vivere da soli per la prima volta hanno in media 30,7 anni.
Il caso italiano
Un discorso a parte merita l’Italia dove tra incertezza del futuro, difficoltà a trovare un impiego stabile, bassi salari e alto costo della vita, viene classificata come uno degli ultimi Paesi in Europa per quanto concerne l’indipendenza dei giovani. In base ai dati ESTAT ed EUROSTAT, nel 2021 i giovani adulti di età compresa tra i 25 e i 34 anni che vivono con almeno un genitore sono il 53,7% del totale.
Nella nostra penisola l’età media di coloro che vanno a vivere da soli per la prima volta è 29,9 anni. Inoltre, stando ai dati EUROSTAT, le giovani donne vanno a vivere da sole 1.25 volte più frequentemente dei giovani uomini.
E per quanto riguarda la situazione occupazionale, del 53,7% di giovani adulti 25-34 che ancora vive con i genitori, il 45,2% dichiara di avere un lavoro full-time ma di vivere con almeno un genitore nella casa parentale.
A cura di Sara Marazza
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