Disabilità e Barriere Architettoniche
Pregiudizi Culturali e Paradigmatici
Disabilità e Barriere Architettoniche sono spesso una battaglia difficile non solo da vincere ma anche da combattere. I portatori di handicap si trovano sempre più spesso a scontrarsi contro muri di gomma. Il problema di fondo risiede nei pregiudizi culturali e paradigmatici: senza cognizione di causa vengono applicati indiscriminatamente. Se opportunamente interpretato il disabile rappresenta invece la cartina al tornasole delle necessità di una società moderna all’avanguardia. Attraverso queste situazioni ci si immette trasversalmente in problematiche che afferiscono prima o dopo un po’ a tutti. Una carrozzina con il bimbo da portare, uno strappo muscolare durante l’attività agonistica, l’età che avanza, delle buste della spesa pesanti, la vista ed il corpo che si affievoliscono ed in queste possibili situazioni ecco che il rialzo del marciapiede diventa un ostacolo insormontabile. Stessa cosa dove gli scivoli ribassati per favorire tutte le categorie disagiate non sono perfettamente a norma: un centimetro basta, in determinate situazioni, per diventare invalicabile. Quindi i disabili rappresentano le problematiche che tanti raggiungono sia nel presente sia nel futuro.
La posizione del Disabile nelle Società
Nelle Società più evolute il disabile viene posto al primo posto essendo coscienti culturalmente che ha diritto ad essere soddisfatto prima degli altri per evidenti problemi. Dove si ha cognizione della difficoltà oggettiva si assiste a file lunghissime agevolmente superate da portatori di handicap nell’esercizio di diritti esigibili. Autobus provvisti di una semplice pedana retrattile a mano abbassata dall’autista manualmente, quando necessario, e non che richieda l’arrivo del “personale addetto” con perdite di tempo per tutti. Ingressi gratuiti nei musei (anche per l’accompagnatore) senza dover “mostrare” infinite “certificazioni” per essere “disabile”.
Invece succede al contrario dove la formazione pseudo-intellettuale crea schemi di prevaricazione sull’altro. Non una concorrenza in cui si partecipa insieme con un occhio di riguardo alle fasce deboli ma una competizione contro tutto e tutti indistintamente.
In questa ottica di “Spending Review” pur di “colpevolizzare” per fare notizia, i media affondano le unghie nei Disabili, falsi o veri che siano, facendo credere che vivano una vita “semplificata” alcuni approfittandone anche “abusivamente”. In realtà le pensioni dei disabili, sia di base sia di accompagnamento, sono molto inferiori alla media europea e non coprono le reali necessità capaci di assicurare una vita dignitosamente adeguata. I principi generali ed astratti indicati dalla Costituzione Italiana del 1948 negli articoli 2, 3; 24; 32; 34 e soprattutto, in concordanza con i precedenti nell’Art. 38, dovrebbero ispirare le leggi a tutelare varie situazioni di disagio. Sebbene essa sia la legge più alta nella gerarchia delle fonti giuridiche italiane, nella preparazione delle leggi spesse volte viene abilmente “aggirata”. Lo spirito propositivo di questi articoli è stato volutamente alterato con norme successive, restringendo sempre di più i requisiti di accesso per godere dei benefici, in pratica divenuti spesso solo teorici.
Dignità Disabilità e Barriere Architettoniche
Spesse volte i parcheggi riservati sono occupati abusivamente da normodotati, con permessi validi ma senza il soggetto disabile, magari proprio a casa, oppure addirittura deceduto. In alcune città le polizie locali hanno acquisito maggior competenza e non è più sufficiente limitarsi a mostrare con disinvoltura il contrassegno. Recentemente la Polizia Locale di Salerno guidata da persona integra e sensibile alle vicissitudini delle categorie protette, nella persona del comandante Rosario BATTIPAGLIA, ha multato e anche denunciato all’autorità giudiziaria alcuni soggetti, circa un centinaio, che ai controlli risultavano utilizzare impropriamente il contrassegno. Altre volte le persone incompetenti vedono alcune categorie come arbitrariamente composte di “Falsi Invalidi” (Effetto DUNNING-KRUGER, distorsione cognitiva della realtà) se non sono dotati della classica “sedia a rotelle”. Realmente a volte nel panorama italiano la semplice ignoranza delle norme è purtroppo esercizio quotidiano di continuo e spesse volte ne pagano le conseguenze ingiustamente proprio gli onesti e i veri disabili anche proprio per problemi legati a Disabilità e Barriere Architettoniche.
Anche la sanità nel mondo è diventata severa e rigida. Quella italiana attraverso ripetute normative ha ridotto sempre più i diritti esigibili. Grazie all’ISEE familiare basta avere anche solo la casa di proprietà per non avere più diritto totalmente alla maggior parte delle agevolazioni. Quindi sono previste solo su un piano puramente “teorico”. Il mercato applicato alla politica ha insegnato come sia più facile e remunerativo diminuire le quantità di utenti piuttosto che modificare il prodotto finale. Identica situazione nell’ambito propriamente sanitario.
Panorama Italiano
Non si nega che a volte nel panorama italiano il trucco, la malversazione e l’imbroglio purtroppo sono diventati ormai pratica abituale. Non nociva solo per i disabili. Per tutti.
Essere disabile Oggi è diventato allora molto molto difficile nonché scomodo. Il panorama della disabilità è estremamente variegato e presenta varie categorie sempre più misconosciute.
Anche l’architettura a volte denota limiti culturali. La Squadra APD Incrocio nel 2016 vince il primo campionato torneo regionale open misto di Sitting Volley (Pallavolo giocata con Disabili). La squadra viene invitata a teatro per festeggiare la vittoria. Gli organizzatori assicurano che non vi sono barriere architettoniche per accedere al teatro di recente costruzione. L’amara sorpresa per la squadra, invitata sul palco, scopre che dette barriere architettoniche ci sono, non in platea ma proprio per accedere al palcoscenico, un evidente pregiudizio tra Disabilità e Barriere Architettoniche. Come sempre ci si è aiutati da soli. La standing ovation di applausi c’è stata ma la soddisfazione non basta per dimenticare un problema diffuso.
La situazione odierna
Attualmente il Neo-Liberismo con gli sconvolgimenti che stiamo vivendo (Pandemia, Guerra Russo-Ucraina, carenze energetiche) comincia a scricchiolare. La bolla speculativa del capitalismo richiede un continuo guadagno attraverso l’incremento delle vendite e già ora non risponde più ai requisiti iniziali: il futuro tende fortemente a rallentare. Dagli anni “60 fino a circa il 2000, nell’ottica di una specie di “equilibrio” fra gli stipendi e le spese, il consumismo ha retto tra “produzione, vendita e consumo di beni” con il relativo utile/guadagno. Il mercato è aumentato di dimensioni mentre l’acquirente oramai non è più in grado di soddisfare le richieste dell’offerta. Le castagne o una pizza, che originariamente erano considerati beni di rifugio alimentare per i meno abbienti, ora sono diventati proprio per loro cibi di elevato costo. La popolazione non ha maggiorato il proprio potere economico ma ha aumentato le pretese ed il tenore di vita impostogli dal mercato. Questo potrebbe portare alla tanto temuta “stagnazione”. Ora ci si dirige a portare i prezzi quasi al paradosso per scoraggiare i deboli e cercare un mercato solo di ricchi: pizze a 70 euro.
Nonostante queste trovate, tutto sempre più fermo, si produce ma non si vende … abbastanza.
Il paradiso immaginifico
In generale i Media si sono orientati a propinare il rifiuto e l’odio per la povertà, una sottile sotterranea aporafobia. Quindi una “esclusione” del “povero” inadatto ad una società classista e senza etica composta solo da “quelli” che con “furbizia” hanno saputo “prendere”. Intanto i film e la pubblicità mostrano paradigmi irrealizzabili: famiglie felici, semplici impiegati che vivono in attici che affacciano sulla Piazza dei Miracoli, persone che riescono a realizzarsi grazie al proprio acume. Sta scomparendo la Dimensione Umana: la capacità di dare giusto peso ad un Essere Umano e ad un Oggetto. Si preferisce dare valore maggiore all’inanimato. Tutto questo si riverbera nella deludente politica testimoniata sempre più dal numero dei non votanti: arrivare SI, ma in che modo NON conta.
Una Società veramente meritocratica risulta valida solo se retta da Principi Etici.
Se la furbizia unita all’imbroglio sono fonte di merito allora qualcosa non funziona:
lo Stato Sociale è regredito a ben prima del 14 Juillet 1789.
Meritocratici per necessità, seppur disonesti.
Arturo CAMPANILE
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