Marzia CAPEZZUTI Vittima Disabile
Marzia CAPEZZUTI Vittima Disabile. Sono stati ritrovati in un Comune della Provincia di Salerno, in Campania, le spoglie della povera scomparsa
Marzia CAPEZZUTI Vittima Disabile dormiva a terra con telecamere che segnalassero quando qualcuno arrivava in casa per poterla nascondere nello sgabuzzino. Marchiata a fuoco sulla pelle con le iniziali dell’aguzzina e anche costretta ad ingoiare sigarette accese. Un fatto che descrive come la cattiveria umana possa accanirsi verso le persone più deboli. E non solo.
Scomparsa nel nulla
Marzia scomparsa nel nulla, poi vengono ritrovati i suoi resti in un edificio abbandonato.
Marzia nel 2017 conosce Alessandro, si reca a Pontecagnano per vivere con lui insieme alla sua famiglia. Circa due anni dopo nel 2019 il giovane muore in circostanze poco chiare nel quartiere Scampia di Napoli. Marzia resta nella casa. Improvvisamente la giovane sparisce nel nulla tanto da occuparsene anche il programma televisivo “Chi l’ha visto?” di Rai3. La trasmissione cerca di chiarire il suo caso attraverso gli appelli della famiglia di Lei e l’intervista ai parenti del fidanzato. Questi affermano che si sia allontanata con un altro uomo. La dichiarazione della precedente compagna di Alessandro descrive invece una “famiglia degli orrori”. Vengono ritrovati in un casolare in disuso a Santa Tecla, nel comune di Montecorvino Pugliano, i resti del corpo della scomparsa, identificati tramite l’esame del DNA. Sul cadavere presenti segni di strangolamento.
Marzia CAPEZZUTI Vittima Disabile
Trovati i resti in un vecchio edificio di Marzia CAPEZZUTI Vittima Disabile. Un corpo di donna in avanzato stato di decomposizione, parzialmente bruciato, nel comune di Montecorvino Pugliano in Provincia di Salerno. Ritrovati all’interno di un casolare abbandonato in Via degli Ulivi, in località Santa Tecla. In precedenza già varie telefonate anonime avevano segnalato i maltrattamenti subiti da Marzia CAPEZZUTI, raccolti dallo sportello antiviolenza del comune. Si era così avviato il percorso, ultimo incontro con i Carabinieri delle forze dell’ordine era avvenuto il 26 Febbraio. Le segnalazioni appaiono veritiere e descrivono i maltrattamenti: picchiata, denti strappati, ferite alla testa cucite senza anestesia. Causa probabile la pensione di invalidità percepita dalla povera vittima per ritardo mentale di media gravità. La descrizione del tragico epilogo sembra sia avvenuta attraverso una video chiamata effettuata dal minorenne della famiglia sul social network “ISTAGRAM” che ne descriveva la dinamica, successivamente recuperata dagli inquirenti.
La “famiglia degli orrori” e gli “amici”
Sono sette gli iscritti nel registro degli indagati. Ipotizzati vari reati: omicidio aggravato per futili motivi, occultamento di cadavere e il concorso nei maltrattamenti in famiglia, ancora aggravati dall’aver agito contro persona disabile, sequestro di persona, medesime aggravanti, oltre al continuato uso indebito di strumenti di pagamento diversi dal contante.
Gli interessati dal provvedimento, con differenti accuse, sarebbero Vito VACCHIANO, la madre Barbara VACCHIANO e il compagno Damiano NOSCHESE, S.N. il fratellastro 15enne. Annamaria, unica capace di coscienza, (per lei concorso in maltrattamenti, sequestro e utilizzo indebito), gli amici della famiglia Gennaro PAGANO e Gennaro MEROLA (per concorso in omicidio con occultamento). Sarebbero indagati anche Stefania PIERRO, Mario PASTORINO, Gerardo De MARTINO, Marco MARTELLO e Assunta FUOCO indagata d’ufficio.
Tra le cause della ferocia anche la responsabilità addossata verso la malcapitata vessata dell’ingiusta accusa della morte del suo compagno. La precedente compagna dello scomparso Alessandro ha confermato la violenza domestica.
Categorie svantaggiate e violenza
Le categorie svantaggiate al proprio interno racchiudono quasi tutte le persone che presentano un disagio sia psichico sia fisico sia sociale. In essi è possibile trovare anche ragazze madri, persone di ambo i sessi separate o divorziate, senzatetto, rifugiati, soggetti con un passato difficile. Contro queste identità misconosciute si effettuano cose incredibili, una sorta di “marchiatura sociale”. Nel caso di Marzia CAPEZZUTI Vittima Disabile questo osceno sistema è stato materialmente realizzato: non è stato solo uno stigma della comunità ma anche fisico e reale sulla pelle della povera perseguitata. Ci si domanda perché si effettuino prevaricazioni verso i più deboli. Mentre a volte non si ha il minimo rispetto delle persone. Di norma si ritiene che per ognuno valga la presunzione d’innocenza: ciò significa che ognuno di noi è innocente fino a prova contraria.
Nella attuale società moderna sembra che “verso i deboli” sia valido il contrario.
La banalità del male.
Tutti Noi inorridiamo quando leggiamo queste cose.
Reclamiamo Tutti Noi provvedimenti e pene severe.
Ci sentiamo paladini del rispetto altrui Tutti Noi.
MA:
Molti poi “pretendiamo” che i nostri cari
“non abbiano a che fare” proprio con Persone Svantaggiate.
“Not in my back yard”
Che NON succeda nel mio cortile.
Gli antichi latini metaforicamente dicevano che avevamo
un sacco avanti con i difetti altrui
ed uno alle spalle proprio con i nostri.
Occorrerebbe guardarli entrambi.
Pensiamoci su.
Arturo CAMPANILE
Immagini di repertorio
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