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Le bugie hanno le gambe lunghe

Recensione dello spettacolo

Se pensiamo ai detti italiani ce ne sono di noti e meno famosi. In questo caso se analizziamo “le bugie hanno le gambe corte” pensiamo nell’immediato che se una persona mente le sue bugie avranno vita breve.

Ma se le menzogne svestissero il loro abito usuale e originale, e assumessero altre fogge? È ciò che accade in “Le bugie hanno le gambe lunghe” ovvero esattamente il contrario. Le bugie infatti diventano parte della vita dei protagonisti stessi.

Andato in scena al teatro Kaos di Roma dal 5 al 7 maggio, lo spettacolo scritto e diretto da Antonello Coggiatti, oltre ad aver ricevuto il consenso del pubblico, coinvolgendolo appieno, vanta una regia dinamica, che rimanda agli sketches delle sit com.

Sul palco Simone Guilietti, Coggiatti stesso, Silvia Bruni e Giulia Martinelli, rispettivamente Bruno, Odoacre, Ginevra e Ilaria, danno vita a una serie di equivoci che trovano una sequenzialità precisa e congeniale, oltrepassando la quarta parete e rendendo gli astanti quasi partecipi della storia.

Odoacre è un elettricista romano: ha da poco finito di ristrutturare casa per chiedere alla sua fidanzata Ilaria di sposarlo. Bruno, suo fratello, gli propone un lavoro a Milano, ma Odoacre non è affatto convinto di accettare l’impiego e di conseguenza trasferirsi nel capoluogo lombardo.

Tuttavia il protagonista parte e a Milano conosce Ginevra con la quale instaura un’amicizia, confidandosi con lei. Ma la ragazza a un tratto sparisce: Odoacre la cerca, però senza alcun risultato.

La pièce da qui assume un’altra piega, una direzione imprevedibile e imprevista, lasciando il pubblico incredulo e divertito a seguito delle vicende che si susseguono sul palco con fluidità, le quali si adattano alla cadenza dell’interpretazione che nell’arco delle tre serate ha subìto una sua evidente maturazione.

E proprio grazie alla recitazione briosa “Le bugie hanno le gambe lunghe” ha il merito di entrare nel genere commedia degli equivoci di diritto. Inoltre il titolo stesso fa riflettere: le bugie sì, possono avere le gambe lunghe, ma di certo se esse sono dette consapevolmente e magari portano a conclusioni inaspettate, allora sono concesse!

Lo spettacolo sembra dunque essere una favola moderna, un po’ fuori dagli schemi – se ci si sofferma nel leggere la trama con attenzione – poiché oltre a restituire un pizzico di utopia spinge la platea a vivere una genuina spensieratezza di cui si sente sempre più necessità, soprattutto perché evidentemente il sogno, con ogni probabilità, è dietro l’angolo come un destino che si può creare fino a renderlo reale.

 

Irene Sereia Villani

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