Bonus €3.000 per colf e badanti: cos’è e chi potrà averlo
Arriva il bonus a disposizione delle famiglie che assumeranno colf e badanti per l’assistenza dei loro cari, non autosufficienti. Scopriamo chi potrà richiederlo.

Bonus da € 3.000 presto in arrivo per le famiglie italiane che assumono colf e badanti, per poter assistere parenti non autosufficienti. Di certo una buona notizia, tenuto conto del crescente carico di costi aggiuntivi, che gli italiani si sono dovuti far carico anche per l’anno in corso.
Il caro bollette e l’impennata dei costi dei beni di consumo, negli ultimi tempi stanno di certo minando le fragili economie di milioni di famiglie, nel nostro Paese. Cerchiamo di fare chiarezza in merito a chi potrà accedere a tale aiuto istituzionale, per gli aventi diritto.
Bonus colf e badanti 2023: di cosa di tratta
Buone notizie per le famiglie che quest’anno hanno dovuto farsi carico dei costi del pagamento dei costi dello stipendio di colf e badanti, nonché del versamento dei relativi contributi. Finalmente è in arrivo, infatti, un importante aiuto fiscale istituzionale.
Del bonus colf e badanti se ne era già parlato nei giorni che hanno preceduto l’approvazione del decreto Lavoro, i primi del mese in corso. Tuttavia alla fine il Consiglio dei Ministri ha scelto di non prevedere alcuna misura che consentirebbe alle famiglie di risparmiare su una parte dei costi dovuti. Ma l’iter legislativo non si è ancora concluso visto che il decreto Lavoro in questi giorni è in fase di conversione in Parlamento: ed è proprio qui che ritorna una sorta di “bonus” che tuttavia è differente rispetto a quello che era stato pensato originariamente.
Vediamo perché, a chi si rivolge, e cosa può cambiare con l’istituzione del nuovo bonus colf e badanti rivolto alle famiglie.
Cosa prevedeva inizialmente il bonus colf e badanti
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza in merito al tanto discusso bonus €3.000, per colf e badanti. Attualmente i contributi previdenziali e assistenziali che le famiglie italiane versano alle loro colf e badanti sono deducibili dal reddito complessivo familiare, entro un tetto massimo pari a € di 1.500 l’anno.
Inizialmente lo sgravio fiscale si poneva l’intento di andare ad innalzare fino a € 3.000 il tetto massimo, relativo al periodo d’imposta 2023, della detrazione dal reddito, riguardante contributi versati per di colf e di badanti assunti regolarmente. Al termine delle varie contrattazioni però, tale formula è stata accantonata e non è stata più inclusa nel decreto Lavoro.
Pertanto quello che si dovrebbe definire a breve e che potrebbe essere introdotto con la legge n. 685 di conversione del decreto n. 48 del 2023, a quanto pare si andrà a discostare parecchio dall’idea originale.
Cosa aspettarsi dal tanto atteso bonus colf e badanti
Il 7 giugno scorso l’emendamento ha ottenuto il via libera della Commissione affari sociali del Senato, andando così a dare il via ad un aiuto istituzionale che vada a offrire supporto solo quelle famiglie che andranno ad assumere con contratti di lavoro domestico negli anni 2023, 2024 e 2025, colf e badanti.
I nuclei familiari interessati acquisiranno di fatto il diritto di ottenere un esonero contributivo per 36 mesi, pari al 100% delle somme dovute, fino a un massimo di € 3.000 annuali.
Ecco quindi che in caso di assunzione di colf e badanti, le famiglie italiane che ne avranno bisogno, non dovranno farsi carico dei versamenti contributivi dovuti, fino alla somma di € 3.000 l’anno, e per un totale di 3 anni. Da ricordare bene che il bonus verrà attivato per azzerare una parte delle spese dovute sull’assunzione del collaboratore domestico, solamente per coloro che svolgono assistenza nei riguardi di persone non autosufficiente , che abbiano oltre i 64 anni di età.
Quando spetta lo sgravio contributivo per colf e badanti
Per avere accesso al bonus colf e badanti 2023 sarà necessario rientrare in alcuni parametri:
- L’assunzione del collaboratore domestico dovrà avvenire nel lasso di tempo compreso tra il 1° gennaio 2023 e il 31 dicembre 2025.
- Si dovrà andare a configurare un contratto di lavoro domestico a tempo indeterminato, oppure dovrà avvenire una trasformazione da tempo determinato a indeterminato.
- Il bonus si rivolge solamente ai collaboratori domestici che andranno a fornire assistenza a persona non autosufficiente con più di 65 anni di età.
Quando il bonus non potrà essere erogato
- Non si potrà beneficiare del bonus, nel caso in cui tra lavoratore e datore di lavoro, o altro componente dello stesso nucleo familiare, sia andato a cessare un rapporto di lavoro domestico da meno di 24 mesi.
- Il bonus non sarà fruibile nel caso in cui siano oggetto di assunzione parenti o affini, a meno che non svolgano le seguenti mansioni: invalidi del lavoro, fruenti dell’indennità di accompagnamento prevista dalle disposizioni che regolano la materia, assistenza per invalidi di guerra civili e militari, invalidi per causa di servizio, prestazioni di opere nei confronti dei sacerdoti secolari di culto cattolico; assistenza dei mutilati e invalidi civili che fruiscono delle provvidenze di cui alla legge 30 marzo 1971, n. 118, o che siano esclusi da dette provvidenze per motivi attinenti alle loro condizioni economiche e non al grado di menomazione; assistenza dei ciechi civili fruenti del particolare trattamento di pensione previsto dalla legge 10 febbraio 1962 66, e successive modifiche e integrazioni o che ne avrebbero diritto qualora non fossero titolari di un reddito superiore ai limiti stabiliti dalle disposizioni che disciplinano la materia; prestazioni di servizi diretti e personali nei confronti dei componenti di comunità religiose o militari di tipo familiare.
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