Italia lo stato sociale
L'Italia ha ottenuto l'unificazione il 17 marzo del 1861 con la proclamazione sia dell'Unità d'Italia sia di Vittorio Emanuele II Re d'Italia

Il 17 marzo del 1861 con la proclamazione dell’unità d’Italia e di Vittorio Emanuele II Re d’Italia il Nostro Paese si è risvegliato “unito”. In Italia lo Stato Sociale andava poi “costruito”.
Italia lo stato sociale
Per Stato Sociale (in inglese “Welfare State” che significa all’incirca “stato del benessere”) si intendono universalmente l’insieme delle politiche sociali. Dovrebbero tutelare e proteggere i cittadini dai rischi, nonché assisterli nei bisogni legati alle condizioni sociali di vita.
Le Politiche Sociali normalmente riguardano previdenza, istruzione, sanità, assistenza, lavoro e sono rivolte al miglioramento della vita dei cittadini. Fanno parte di questi indirizzi anche l’inclusione al sostegno attivo. Come assistenza dovrebbero essere messe in campo tutte le iniziative utili al contrasto delle situazioni di svantaggio sociale e/o economico sia temporanee sia prolungate nel tempo, come previsto dalla Costituzione. In questo momento difficile i giovani non hanno chiare risposte né sul lavoro né sul loro futuro prossimo a venire. In Italia lo stato sociale dovrebbe provvedere alla risoluzione di tutte le problematiche che si presentano. Purtroppo è doloroso rilevare, obtorto collo, che le istituzioni arretrano sempre più lasciando spazio ad inefficaci privati.
Italia lo stato sociale
Il lavoro nel nostro Paese
Un interessante articolo della Direttrice del giornale, Eleonora PERSICHETTI, da leggere, “9 italiani su 10 sono insoddisfatti del proprio lavoro”. Mette a nudo che 9 italiani su 10 non sono soddisfatti del lavoro che svolgono. Un’analisi nuda e cruda effettuata dall’ Università Unicusano, ateneo non statale di Roma fondato nel 2006 e legalmente riconosciuto dal MIUR.
Mostra nel nostro Paese un mondo del lavoro dove il 77% degli Under 35 rapidamente rinuncia alla carriera, così come le donne. Si riscontrano in esplosione fenomeni di Burnout e della Great Resignation, Job-Creep, Quiet Quitting, Nomadismo Digitale, Skill Gap, causati spesso anche dal Mobbing Orizzontale o Verticale. Si evidenzia quindi in Italia lo stato sociale che mostra evidente mancanza di coesione. Ferdinand TÖNNIES è stato un sociologo tedesco che ha teorizzato strutture aggregative. Professore presso l’Università di Kiel (D) da cui venne destituito nel 1934 per la sua opposizione al nazional-socialismo.

Comunità e Società
Nella sua opera Gemeinschaft und Gesellschaft, (Comunità e Società) del 1887 individua due forme differenti di organizzazione sociale: la Comunità (Gemeinschaft) e la Società (Gesellschaft) della fine del 1800. Identifica la forma comunitaria, fondata sul sentimento di appartenenza e sulla partecipazione spontanea, collocandola in posizione predominante in epoca pre-industriale. La forma societaria, invece, è incentrata sulla razionalità e sullo scambio, tende a dominare la moderna società industriale. Questi due tipi di organizzazione sociale, che definisce “Normaltypen”, TÖNNIES li considera come contrapposti. Ancora oggi questa differenza è percepibile nella differenza di abitanti fra piccoli e grandi centri urbani. Da riscontrare una mediazione realizzata anche dalle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (in acronimo TIC o in inglese ICT, Information and Communications Technology). La distinzione può essere compresa attraverso la traduzione di una frase utilizzata nell’opera stessa. Riguarda cosa costruiscono gli esseri Umani stessi in questi due differenti contesti.
Teoria della Società
«La teoria della società riguarda una costruzione artificiale. Un aggregato di esseri umani che solo superficialmente assomiglia alla comunità, nella misura in cui anche in essa gli individui vivono pacificamente gli uni accanto agli altri. Però, mentre nella comunità gli esseri umani restano essenzialmente uniti nonostante i fattori che li separano, nella società restano essenzialmente separati nonostante i fattori che li uniscono».
L’Europa nel Secondo Dopoguerra ha fatto scuola nel Mondo con l’Italia in testa. Lo statunitense Piano Marshall ha salvato insieme “capra e cavoli” ossia gli USA ed i Paesi Europei.
Dal punta di vista socio-psicologico occorre riscontrare che erano oggettivamente momenti difficili. I non tanti superstiti, senza alcuna brama di primeggiare, desiderosi di un “mondo nuovo” che eliminasse i brutti ricordi di un passato a volte anche molto scomodo. Non c’erano nemmeno “steccati” ideologici, zone d’influenza e/o di “potere”, si poteva semplicemente proporre e spesso tentare di realizzare.

I Giovani
Nella storia andando a ritroso possiamo trovare prime forme di aggregazione a partire dalle tribù. Alla fine dell’Alto MedioEvo nascono le prime “Nazioni” di uniforme Lingua, Religione, Cultura, Esercito e Moneta; Aristotele così identificava le caratteristiche della Polis Greca. Nel nostro Paese è ancora in voga il detto latino “Divide et Impera” molto utile nel gestire un Impero Millenario ma certamente inadatto nei rapporti sociali. Tra il bene e il male vi è stata anche la presenza del potere secolare che ha “sclerotizzato” i rapporti intersociali nella piramide del potere e sul piano della sopravvivenza. Per la regola aurea utilizzata in Italia lo stato sociale deve attenersi all’obbedienza priva di merito.
Oggi i giovani sono “soffocati” proprio da ciò che ha permesso ai “boomers” di trovare semplici strade in salita. Troppo frettoloso il passaggio da una Comunità “allargata” ad una Società ristretta dalle regole troppo consumistiche del Mercato Globale.

Nel programma di addestramento dei famosi Marines americani, i più atletici e prestanti vengono inviati dagli istruttori a scalare un ostacolo difficile, come un muro. Questo NON per poi lodarli ma semplicemente per farli attestare su quel baluardo per aiutare gli altri a superarlo, è il caso di dirlo, letteralmente “dandogli una mano”.
E da noi, come funziona ❓
Pensiamoci su.
Arturo CAMPANILE
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