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Quando BES e DSA

La "persona" oltre le sigle

Lo psichiatra Paolo CREPET è anche, sociologo, educatore, saggista e opinionista italiano. Spesse volte si è rivolto agli insegnanti ammonendoli di guardarsi bene dall’effettuare una psicologizzazione degli studenti. Esorta a sforzarsi di non cadere in valutazioni ripetitive a stampo, in docimologia definita stereotipia dei giudizi. Invece di fermarsi ad un’immagine spesso errata, costruita sull’esperienza dei primi incontri occorrerebbe cercare di andare oltre per tirare fuori il talento. Anche dall’ultimo della classe. Bisogna anche chiedersi se e quando utilizzare BES e DSA.

La scuola e la pandemia

Ritengo oltre ogni ragionevole dubbio che il lavoro del docente sia estremamente difficile, oneroso e inoltre sottopagato. A volte diventa una vera mission educativa rivolta ai discenti e ciò non sempre si rivela essere impostata dalla forma mentis adeguata.
Ora le nuove generazioni iniziano a scontare il periodo di CoViD 19 unitamente alla perdita valoriale, ai venti di guerra, alla sparizione del concetto di “famiglia nucleare”. Per quanto riguarda la scuola indubbiamente sono stati fatti miracoli attraverso la DAD/DDI che ha rinsaldato le classi unite e coese nonostante il clima di paura. Quando tutto questo sarà riconosciuto ai docenti?

Psicologizzazione

Il termine tecnico di psicologizzazione identifica la pratica di effettuare analisi psicologiche, spesse volte effettuate da persone inesperte e coinvolte emotivamente. La cosa peggiora quando svolte in specifici contesti e indirizzate all’affannosa ricerca di possibili “disturbi“ confermati da diagnosi, per poter procedere ad una catalogazione imprecisa.
Nel suo libro, “Stigma”, Erving GOFFMAN parla dell’etichettamento delle persone. A volte frettoloso e quindi errato che continua, anche ingiustamente, nel successivo percorso della vita.

Quando BES e DSA

Cosa sono i BES (Bisogni Educativi Speciali) e quando BES e DSA (Disturbi Specifici Apprendimento).
Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES) è entrato a pieno titolo nel mondo della didattica da qualche anno a questa parte, anticipato dalla pedagogia statunitense ed anglosassone, con il termine di “Special Needs”. L’utilizzo degli insegnanti di sostegno, del PEI (Piano Educativo Individualizzato) o del PDP (Piano Didattico Personalizzato) riesce ad aiutare in maniera notevole i discenti con difficoltà.
Il Miur (Ministero dell’università e della ricerca) a partire dal 2012 ha emanato la direttiva BES 27/12/2012 ed ulteriori circolari, la materia è complicata e ricca di sfaccettature nonché di continui aggiornamenti, comunque, semplificando, la codifica degli alunni con BES è stata divisa in tre categorie.

Le 3 categorie Quando BES e DSA

A) Alunni con disabilità che, grazie al lavoro degli insegnanti di sostegno, seguono un Piano Educativo Individualizzato (PEI);
B) Alunni con difficoltà socioculturali e/o di tipo linguistico, ovvero bambini e ragazzi condizionati da situazioni di svantaggio socioeconomico e da problemi legati alla conoscenza e padronanza della lingua italiana o dalla situazione familiare;
C) Alunni con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) che si possono ulteriormente suddividere in dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. In questo caso, se i tutori legali acconsentono, su certificazione rilasciata dall’ASL competente viene effettuato un Piano Didattico Personalizzato.
Comunque gli ausili per BES e DSA sono fondamentali nello sviluppo del giovane, ma la psicologizzazione in ambiti ristretti e riferita a particolari condizioni, può innescare in alcuni soggetti risposte molto lontane dalla realtà, soprattutto in settori particolari come la scuola.

Quando BES e DSA - La "persona" oltre le sigle

Quando BES e DSA – La “persona” oltre le sigle

Lasciare da parte le convinzioni personali

CREPET, nella veste di psichiatra, sociologo, educatore, propone di lasciare da parte le convinzioni personali, di evitare la stereotipia del giudizio degli alunni e di cercare di cogliere le possibili capacità di sviluppo prossimale, al di fuori di quello già presente, come precedentemente già teorizzato da Lev VYGOTSKIJ : lo sviluppo culturale richiede l’apprendimento che è un aspetto necessario e universale in particolare della funzione psicologica umana a anche del processo di sviluppo culturalmente organizzato. 
Brevemente, lo sviluppo cognitivo è di norma preceduto dall’apprendimento sociale.
È necessario che il docente ampli il momento didattico, per andare a cercare oltre. Dirigersi quindi oltre l’apparente atteggiamento dell’allievo, oltre il rifiuto ad imparare, oltre anche l’insegnamento stesso. Occorrerebbe trovare il canale comunicativo reale da approfondire, la chiave di lettura per comunicare con i giovani. Risulta più “sicuro e confortante” per l’insegnante parlare di BES e di DSA. È un qualcosa che limita precipue responsabilità nonché maggior lavoro. Evitare di considerare il voto della sola sufficienza come necessario e soddisfacente in presenza di possibilità maggiori dell’alunno.
Pedagogicamente se, per varie ragioni, un allievo non è riuscito a comprendere come fare una divisione (perché distratto, per problemi familiari e/o altro) sicuramente il resto dell’insegnamento diventerà impossibile da svolgere. Iniziare in tenera età a parlare di patologie specifiche potrebbe immettere il soggetto in un meccanismo da cui è difficile “uscirne”.

Determinate situazioni

Erroneamente in determinate situazioni, rivestiti da un ruolo e senza reali approcci alla materia, a volte si effettua una “diagnosi” solo di un semplice aspetto specifico e del momento. Si immagina di “aver colto” qualcosa non ben definito come portatori di un’interpretazione esatta dell’altro, invece spesse volte errata.
La vera missione sarebbe saper tirar fuori il talento anche dall’ultimo della classe pur se il genio non è rivolto alla propria materia di insegnamento. Per esempio se un ragazzo è andato in gita in Toscana e si è premurato di vedere dal vivo e non solo dai libri, le opere che ha studiato, sarebbe il caso di NON generalizzare se sa la data di nascita di Giotto o il nome di battesimo del Pinturicchio. Lo sforzo degli insegnanti sarebbe quello di apprezzare anche ciò che esula dalle nozioni della propria materia di insegnamento. Soprattutto nei casi in oggetto.

Sembra che siano in aumento i casi di BES e di DSA … insegnanti e famiglie sono pronti a andare oltre l’interpretazione delle difficoltà come “patologie” cercando di trovare la persona oltre il disagio?

Ai posteri l’ardua sentenza.

Arturo CAMPANILE
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Arturo Campanile

Così è (se vi pare) O. T. di L. P.

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