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Attualità

UNITI SI RIPARTE: IL PIEMONTE CAMBIA STRATEGIA

UNA CABINA GENERALE DI MONITORAGGIO CON IDEE, INGEGNO, IMPRESA E TECNOLOGIA PER DARE IL VIA AD UNA NUOVA FASE DELLA LOTTA AL CORONAVIRUS

STOPPONI: «NECESSARIO CAMBIARE APPROCCIO: QUESTA PANDEMIA E’ UNA GUERRA DA VINCERE, NON UN DISASTRO OCCASIONALE»

Il progetto di ricerca, sviluppato in seno alla Chicago Booth Alumni Club of Italy presso la University of Chicago Booth School of Business con il supporto di ricercatori, scienziati di alcune università italiane ed estere (Harvard ed Oxford), tecnici, rappresentanti sindacali, Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale di Torino oltre a numerose e prestigiose aziende italiane ed estere, ha suscitato l’interesse delle istituzioni, in primis Regione Piemonte e Città di Torino

La pandemia è una guerra e si vince cambiando approccio nella lotta al Covid-19, con una diversa visione metodologica: questo è il principio di base che ha animato Pietro Stopponi, Esperto in Digital Strategy e Innovazione della University of Chicago Booth School of Business, ideatore e direttore di Uniti si riparte, un progetto di caratura internazionale che punta a far ripartire il Piemonte e l’Italia intera nel corso della delicatissima “Fase 2” di convivenza con il coronavirus.

«Serve una visione olistica basata su una metodologia integrata a tutto tondo, se no si rischia di trattare questo evento come un disastro, quindi limitato nel tempo. Invece è una guerra, non sappiamo quando finirà, motivo per cui la predisposizione del fabbisogno rischia di essere carente, inadeguata o, nel caso dei materiali, totalmente insufficiente – afferma il direttore Pietro Stopponi -. Il metodo, sostenuto dalla tecnologia, può fare la differenza e nel contempo favorire una semplificazione nella gestione sanitaria e sociale della crisi. Proprio su queste basi è nato il progetto Uniti si riparte, ideato, sviluppato e strutturato in poche settimane vista l’emergenza, che vuole contribuire a far ripartire il Piemonte e il Paese intero in sicurezza.».

Il progetto, costruito e strutturato in tempi record, si propone di monitorare la diffusione del coronavirus con particolare attenzione ai soggetti positivi asintomatici, creando un piano operativo che consta di tre elementi fondamentali: un gruppo di lavoro con una cabina di regia che comprenda enti pubblici e privati, massiccia produzione di Dpi (dispositivi di protezione individuale) e una campagna a tappeto di tamponi e test sierologici fino ad arrivare, a pieno regime, a circa 100 mila cittadini piemontesi testati al giorno.

Uniti si riparte infatti garantisce uno stretto legame tra il risultato dei test e la raccolta dei dati provenienti dai device personali dei soggetti tracciati, assicurando l’anonimato e la privacy. Il piano prevede una campagna a tappeto di tamponi e test sierologici con raccolta elettronica dei dati in tempo reale che, abbinata al piano operativo del progetto, costituisce una soluzione credibile alle incertezze correlate alla fase di convivenza con il coronavirus, la cosiddetta Fase 2, passaggio fondamentale per tornare ad una nuova normalità.

E’ prevista una fitta rete di collaborazioni con le realtà produttive del territorio piemontese e le associazioni di categoria, con l’obiettivo di aumentare la produzione di mascherine e dispositivi di protezione individuale, di reagenti e di laboratori autorizzati a fare le analisi dei tamponi e sierologiche utilizzando gli opportuni macchinari, oltre all’istituzione di migliaia di Covid Point presso le farmacie.

E ancora, unità mobili per fare tamponi a tappeto “a domicilio” (Covid Van), Covid Taxi per i trasporti di emergenza, hotel convenzionati (Covid Hotel) per ospitare persone in quarantena e una vera e propria “chiamata alle armi” (Covid Call) per cercare e trovare volontari tra studenti universitari e pensionati.

Una Cabina di regia coordinerà le istanze e le risorse del territorio gestendo la situazione in divenire e sarà composta da istituzioni pubbliche, associazioni di categoria, sindacati, università e ricercatori, esponenti della società civile, top manager di aziende che supportano la ricerca e che hanno dato la propria disponibilità.

Uniti si riparte vede quindi coinvolte istituzioni, associazioni di categoria e imprese torinesi, il Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione industriale di Torino, Api Torino e Confapi Aniem Torino, Città di Torino, e un numero in costante crescita di aziende che si sono rese disponibili a collaborare e finanziare la ricerca.

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