Beccato un quattordicenne con la droga in classe, è successo a Soresina

Sentiamo spesso che la scuola è il luogo più idoneo per consentire ai ragazzi di crescere culturalmente e psicologicamente, avendo a che fare con altri ragazzi e con docenti per migliorare il proprio lessico e soprattutto la propria vita sociale. Purtroppo, da qualche anno a questa parte è diventata anche altro.
Da quindici anni forse, il pass da scuola media a scuola superiore ha influito non poco sui ragazzi. Chi subito si è addentrato – capendo che c’è una notevole discrepanza tra scuola media e superiore – e chi invece la patisce e si fa trascinare da ragazzi che evitare di assecondarli, è sempre meglio.
Un certo discorso per agganciarci ad uno più complesso e triste, ovvero che ormai non fa più notizia che a scuola gira droga tra ragazzi – a partire da quella più leggera (lo spinello per esempio) a quella più pesante. Che sia nociva è ovvio, ma ad oggi è solo la punta dell’iceberg a furia di transitare per le scuole, stanziandosi quasi.
Il caso più recente lo registriamo in Lombardia: in provincia di Cremona (a Soresina) una docente del primo anno di una scuola superiore ha beccato un ragazzo maneggiare un oggetto di metallo, coprendolo con la mano. A quanto pare non è bastato perché ha avvertito il marcio, allertando subito la preside.
Appena la preside è entrata in aula, il quattordicenne ha lanciato dalla finestra l’oggetto. La dirigente – notando il gesto – ha immaginato che la docente avesse ragione e dunque ha rintracciato immediatamente i carabinieri. I militari – recatisi sul posto – hanno recuperato l’oggetto e perquisito lo zaino e il banco dove era.
Scovati cinque grammi di hashish (contenuti nell’oggetto) e un coltello multiuso celato nello zaino, verosimilmente per tagliare le dosi e affilare la droga che aveva con sé, sequestrando tutto. Ciò che rammarica non è questo, bensì il fatto che un quattordicenne si trova coinvolto in questa vicenda.
E’ abbastanza futile dire “speriamo che non accada più”, perché è routine al giorno d’oggi. Non significa rassegnarsi o accettare questo cattivo andazzo, ma una mera e mesta consapevolezza che la situazione attuale è questa. Cambiare è molto difficile, bisogna solo auspicare che la maggior parte dei ragazzi usino ancora la testa.
La usino per giocare, divertirsi in ben altri modi (e ce ne sono a bizzeffe) e razionalizzano quando sono invitati a qualcosa non particolarmente indicato, cioè per intenderci: evitare che si lasciano trasportare o implicare in circostanze un po’ estreme. Mettiamola così. È per il loro bene.
Alfonso Infantino
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